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30 settembre 2013
10:01

"Caso Telecom, un'agenzia per il futuro".

Pubblichiamo l'intervento della vicepresidente Stella Targetti sul caso Telecom uscito sabato scorso sul Corriere Fiorentino

Ma siamo sicuri di aver bisogno della rete Telecom? Forse proprio questo il momento giusto per porsi, anche in modo cos brutale, questa domanda. Sicuramente pi utile che attardarsi in forzate espressioni di stupore e indignazione per fatti ampiamente noti, come il fatto che Telecom operi come un'azienda privata (lo ormai da tempo) o che le banche dati possano essere usate in modi sbagliati (lo scandalo Telecom-Sismi scoppiato nel 2006). Il problema non neanche l'italianit dei capitali, come ha giustamente notato anche Matteo Renzi. E nemmeno, a ben vedere, lo scorporo della rete: se ne parla ormai da tempo e il fatto che i vertici Telecom e la Cassa Depositi e Prestiti non abbiano ancora trovato un accordo fa pensare che stabilirne il valore non sia cos semplice.

La questione di fondo se su questa rete, cos come oggi, abbia senso puntare. Stiamo parlando di una rete che non tutta in fibra ma ha una parte ancora in rame, cosa che comporta limitazioni importanti all'ampiezza di banda che possiamo garantire.

In Italia la presenza di un colosso che sino a poco tempo era monopolista del mercato e la "necessit " di valorizzare il suo asset principale ha fatto s che, fino ad oggi, i decisori pubblici abbiano optato per una visione di breve-medio periodo. Infatti hanno fatto propria l'idea che la connettivit garantita dall'attuale rete Telecom da qui a 20 anni sia pi che sufficiente al bisogno. Ma che succeder tra 50 anni? Possiamo permetterci, come Paese, di avere una visione cos corta da non abbracciare neanche tutta la prossima generazione?

Servono nuove vie, e non lo dico solo in senso metaforico. Una soluzione potrebbe essere la creazione di un'Agenzia nazionale delle reti, alla quale tutti gli Enti locali e le Regioni conferiscano la fibra posata in questi anni (in Toscana con il progetto "Banda larga nelle aree rurali" siamo riusciti ad attivare 20mila utenze, raggiungendo circa 45mila cittadini, in pochi anni). E nel frattempo far partire un piano per dotare l'Italia di infrastrutture per la banda ultralarga con le risorse di Cassa Depositi e Prestiti. Forse i tempi non sarebbero poi cos lunghi, considerati quelli persi a discutere dello scorporo, e sui costi ci sarebbero maggiori certezze e pi trasparenza. Senza dimenticare che un'operazione del genere rappresenterebbe lo scatto d'orgoglio di un Paese che ritona a pensare come sistema e prova a recuperare il tempo perduto.