CRACOVIA (Polonia) - Oggi sono un milione e trecentomila le persone che in un anno visitano il Museo di Auschwitz, pi di quante non vanno a vedere tutti i simili luoghi di memoria altrove, messi assieme. Di questi 550 mila sono polacchi, gli altri arrivano dal resto del mondo e gli italiani sono 64 mila: pi degli israeliani. Gli studenti costituiscono i due terzi.
Il campo e il museo sono diventati l'icona della Shoah e della Memoria. Ma cosa vedono i visitatori? L'attuale mostra, progettata all'indomani della fine della guerra, trasmette rabbia e dolore. Il nuovo allestimento, che sar probabilmente pronto tra cinque anni, punter anche sulla vergogna. Lo spiega, intervistato sull'Espresso la scorsa settimana, il trentanovenne direttore del museo di Auschwitz Piotr Cywinski: la "vergogna dell'indifferenza", l'indifferenza ieri di molti polacchi e tedeschi e l'indifferenza oggi di quanti hanno finto di non vedere magari la strage nel Darfur o nell'ex Yugoslavia oppure la guerra di religione eterna in Medio Oriente. Non pi un mondo dunque in bianco e nero, con soli buoni e cattivi, ma con tante scale di grigio. Per riaffermare quella responsabilit personale di cui parlava Hannah Arendt e che anche il presidente della Toscana Rossi ha richiamato ieri nelle celebrazioni a Birkenau.
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