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31 agosto 2018
18:29

Bekaert, Rossi: "L'azienda rimedi allo schifo che ha compiuto"

FIGLINE VALDARNO (Fi) - Il count down affisso al cancello della fabbrica che scandisce i giorni che mancano al termine della procedura di licenziamento per i lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno fermo sul numero 28. Fermo fino a luned prossimo, 3 settembre, quando terminer la proroga concordata tra azienda e sindacati nell'incontro di luglio e inizier una nuova trattativa, questa volta amministrativa, che si svolger presso l'Arti, l'agenzia regionale per l'impiego. Davanti allo stabilimento diverse decine di lavoratori attendono il presidente della Toscana Enrico Rossi, che li ha raggiunti per fare il punto della situazione con loro e con il sindaco di Figline Incisa Valdarno Giulia Mugnai.

"La responsabilit di reimpiegare 318 lavoratori grava prima di tutto sull'azienda - ha detto Rossi - l'azienda che deve sentire su di s la responsabilit di presentare lei stessa un progetto di reindustrializzazione. Deve rimediare allo scandalo e allo schifo di mandare a casa con una lettera 318 lavoratori mentre sono ancora a lavoro. Come prima cosa sosteniamo la richiesta dei sindacati per l'apertura di una cassa integrazione straordinaria, in via subordinata, poich il tempo stringe e in 28 giorni impossibile valutare qualsiasi progetto per il futuro del territorio e dei lavoratori, una cospicua proroga dei tempi della procedura di licenziamento, che permetta un confronto serio sulle prospettive".

"Il Governo ha promesso una legge speciale - ha proseguito Rossi - la faccia e, in ogni caso, rilevi questo stabilimento. Continui a fare la sua parte politica, dopo che il vice premier Di Maio si direttamente impegnato con la sua presenza qui. La Regione Toscana dar tutto il supporto possibile, ma occorre che ciascuno si assuma la propria parte di responsabilit . Questo territorio non pu perdere una cos importante presenza industriale e manifatturiera, questo grande spazio deve trovare una riconversione industriale. Chiedo al ministro di convocare un incontro a Roma e che a questo incontro l'azienda ci presenti il suo progetto di reindustrializzazione".

"Non possibile - ha concluso il presidente- che ci sia oggi per le imprese questa grande libert di mandare una lettera e chiudere la partita. Che equilibrio c' tra capitale e lavoro se i lavoratori per potersi licenziare devono dare mesi di preavviso ed invece per le aziende basta mandare una lettera a casa? necessario che il parlamento ci rimetta le mani. stata fatta una legge per la dignit , ma questo pezzo di dignit manca".

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