Istituzioni
20 luglio 2011
15:14

Costi della politica, Rossi: 'Serve sobrietà e trasparenza, ma non si possono annullare'

FIRENZE - "I primi fulmini li ha scatenati il governo che prima ha promesso interventi e poi li ha fatti saltare" dice il presidente della Toscana Enrico Rossi a proposito dei costi della politica e delle riforme che ancora mancano. "Abbiamo avanzato proposte serie - prosegue- , il dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, l'abolizione dei vitalizi e dei privilegi in sanità per deputati e senatori, l'accorpamento delle province con meno di 500.000 abitanti, l'accorpamento o la fusione dei comuni con meno di 5000 abitanti. Sono proposte forti. Ma il governo ha scelto di non decidere".

E in Toscana? "In Toscana - ribadisce sempre Rossi - abbiamo fatto molto. Gli stipendi di presidente e assessori sono i più bassi d'Italia, le spese di funzionamento di giunta e consiglio sono passate da 32,58 milioni del 2010 a 27,25 milioni del 2011. Non ci sono più indennità fisse per chi fa parte dei consigli d'amministrazione degli enti, ma un gettone di 30 euro a presenza nelle sedute. La misura è in vigore ad esempio nelle tre principali agenzie: l'Agenzia regionale diritto allo studio, l'Irpet, l'Ars che passa da una spesa di 132 mila euro anno del vecchio consiglio amministrazione e collegio revisori, a meno di 10.000 euro anno. Abbiamo chiuso 7 sedi estere, abolito le Apt e cancellato l' Arsia, l'agenzia per lo sviluppo in agricoltura". Per quanto riguarda i vitalizi per i consiglieri regionali il presidente ha sottolineato la necessità di rivedere un meccanismo non più sostenibile. "Anche chi fa politica ha diritto ad una pensione – ha spiegato Rossi -, ma il vitalizio deve essere trasformato in qualcosa di simile a tutte le altri trattamenti previdenziali. Mi auguro che il Consiglio possa su questa questione arrivare rapidamente ad un risultato".

Ma un punto il presidente della Regione intende ribadire. "La democrazia ha dei costi – dice -, che certo devono essere adeguati e comprensibili per l'opinione pubblica. Oggi la situazione non è sempre così: la politica deve quindi agire rapidamente ed efficacemente se non vuol lasciare spazio al populismo e ai suoi frutti avvelenati". "Io – ha concluso - guadagno 6900 euro al mese su 12 mensilità, di cui 1300, sempre al mese, vanno al mio partito. E' uno degli stipendi più bassi tra i presidenti di Regione ma è un bello stipendio e penso, sinceramente, di guadagnarmelo. Così come penso che il mio staff, che conta diciassette persone, non sia eccessivo nei numeri. Ho 3 segretarie che lavorano spesso ben oltre l'orario previsto, un capo di gabinetto a cui tutti fanno riferimento a qualsiasi ora, un capo della segreteria che è un ricercatore universitario che si occupa di temi economici, l'ufficio del mio portavoce, due persone che compongono la segreteria di Massimo Toschi, consulente a rimborso spese per le questioni internazionali. A questa squadra ho ritenuto giusto ora aggiungere Simone Siliani per rafforzare il gruppo. Mi è sembrata, per caratteristiche ed esperienza, la persona giusta per aiutarmi. Lo ritengo un diritto. Il lavoro è tanto e complesso, abbiamo bisogno di sostegno e aiuto per rispondere a tutti gli impegni. La politica ha dei costi, è bene che siano sobri e trasparenti, come sono i nostri, ma non è possibile annullarli. Altrimenti farebbe politica solo chi è ricco di famiglia".