Economia
Salute
5 aprile 2011
14:21

Da Prato l'idea di una rete di laboratori per certificare qualità dei tessuti e sicurezza

PRATO - L'idea è semplice, ma importante e non scontata: mettere in rete l'attività dei laboratori pubblici specializzati di prevenzione dell'Asl e dell'Arpat e allargare la rete anche al laboratorio di analisi dell'istituto "Buzzi" di Prato, la scuola che per anni ha sfornato chimici e periti tessili del distretto pratese e a cui si rivolgono tanti aziende da tutta Italia e addirittura i Nas, il nucleo antisofisticazioni dei carabinieri, e la Guardia di Finanza. Ovvero, detto in altro modo, mettere a sistema i controlli sull'intera filiera del tessile: quelli di qualità sui prodotti, che fa per l'appunto il Buzzi, quelli chimici e tossicologici del laboratorio di sanità pubblica di Firenze e dei dipartimenti di prevenzione delle Asl, che studiano i processi di lavorazione e quindi la sicurezza per i lavoratori (e per i consumatori che tessuti e abiti indosseranno) e quelli anche dell'Arpat, che guarda più all'impatto dei processi industriali sull'ambiente.

L'obiettivo è altrettanto semplice e chiaro: certificare prodotti e processi per dare una patente di qualità alle aziende più virtuose, aiutando magari il consumatore in una scelta più consapevole. Un'etichettatura che farebbe bene al tessile di Prato, che soffre la concorrenza dei paesi emergenti meno attenti e sensibili a certe tematiche e, in casa, di una parte de distretto cinese parallelo.

L'idea è stata lanciata nel pomeriggio all'istituto "Buzzi" di Prato, dove la Regione ha organizzato un incontro, molto affollato e dalla partecipazione eterogenea, su tessile e salute, parte del progetto integrato di sviluppo dell'area pratese. A rappresentare la giunta regionale c'era l'assessore alla sanità Daniela Scaramuccia. Il punto di partenza è infatti un corposo dossier, realizzato dall'agenzia regionale di sanità, che, da un analisi puntuale su coloranti e metalli pesanti presenti nei tessuti, sui loro effetti e sulle malattie 'professionali' più diffuse nella filiera, fa il punto sullo stato di salute del tessile e del distretto.

Ma i risvolti delle rete di laboratori proposta dalla Regione e del polo di eccellenza che potrebbe nascere a Prato vanno chiaramente ben al di là dell'aspetto solo sanitario della materia ed impattano anche sull'economia.

Oltre a Prato la discussione e la rete di laboratori interesserà anche il distretto del cuoio: con la stessa duplice prospettiva, da un lato i consumatori che scarpe, borse e vestiti dovranno indossare, e dall'altra i lavoratori, che pelli, filati e tessuti lavorano.

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