Agroalimentare
8 giugno 2018
13:30

Danni da ungulati nell'aretino: Remaschi risponde a Coldiretti e Federcaccia

FIRENZE - Danni da ungulati nell'area aretina: l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi risponde ad alcune questioni poste dai responsabili di Coldiretti e Federcaccia i cui interventi sono stati pubblicati ieri sulla stampa locale.

La prima questione posta da Coldiretti quella relativa alle responsabilit di ritardi nelle liquidazioni danni da ungulati alle aziende agricole aretine. "Stupisce l'esordio dell'assessore - quanto dichiarato da Tullio Marcelli: il presidente regionale Coldiretti dovrebbe sapere che rispetto alla gestione e pagamento dei danni le competenze sono in capo all'ambito territoriale di caccia (ATC) cui la normativa attribuisce compiti e risorse dirette gi dal 2015".
"E' da sottolineare aggiunge - come proprio riguardo alla vicenda indennizzi agli agricoltori, la Regione, che ha il compito di controllo rispetto alle attivit degli ATC, condivide in pieno la preoccupazione espressa da Coldiretti, tanto che ha provveduto, anche in via formale e in diverse riprese, a segnalare ai commissari che attualmente gestiscono l'ambito territoriale alcune anomalie per le quali ad oggi non sono pervenute risposte.
Purtroppo le vicende della gestione faunistica nel territorio aretino scontano una serie di vicissitudini negli ultimi anni, di diversa natura e origine, che evidenziano comunque una difficolt di rapporti tra le varie categorie rappresentate all'interno dei comitati territoriali, tanto da aver richiesto la necessit di una serie di commissariamenti a seguito delle dimissioni dei comitati di gestione".
"Pur evidenziando quindi queste difficolt oggettive sono ancora parole di Remaschi - il presidente Marcelli dovrebbe chiedere le motivazioni dei ritardi nei risarcimenti prima di tutto al rappresentante nominato a suo tempo da Coldiretti nel comitato di gestione dell'ATC unico di Arezzo, in carica dal luglio 2015 al 21 Agosto 2017, che risulta avesse un ruolo di responsabilit diretta in materia di gestione danni".

L'assessore risponde poi all'intervento del presidente di Federcaccia Arezzo Domenico Coradeschi: "In merito all'iter di revisione delle aree vocate al cinghiale mi pare assai singolare esordisce Remaschi - che la stessa associazione si attivi solo ora in merito ad una procedura prevista nella l.r. 10 approvata nel febbraio 2016, dopo 2 anni di lavoro del tavolo di coordinamento regionale, di cui fanno parte oltre che gli ATC, anche le associazioni venatorie regionali che quindi ne erano ben informate. Ad oggi la proposta di deliberazione, approvata dalla giunta regionale il 3 aprile scorso al vaglio del consiglio regionale.

"Riguardo alle altre questioni poste dal presidente Federcaccia di Arezzo prosegue l'assessore - invito a leggere con attenzione i dati contenuti nel report relativo all'applicazione della legge obiettivo in Toscana,  il quale evidenzia che per la specie cinghiale, rappresentante la maggiore criticit anche per la provincia di Arezzo, il prelievo totale nelle aree non vocate , ovvero le aree agricole ove si realizza la quasi totalit dei danni, pi che raddoppiato dal 2015 al 2017 (da 1751 capi a 4175 capi, con un aumento del 238%) ed anche il prelievo totale, comprendendo quindi l'attivit delle squadre in braccata,  ha raggiunto negli ultimi cinque anni il suo massimo proprio nel 2016 con 14769 cinghiali prelevati.
Certamente ancora le problematiche sono presenti ed necessario intervenire ancora in modo pi efficace conclude l'assessore Remaschi -  specialmente sulle altre specie come il capriolo, ma come avvenuto in altri territori della nostra regione, al di l delle norme e dei provvedimenti, l'elemento pi importante per cercare di attenuare un fenomeno in atto da oltre 10 anni che ogni soggetto interessato lavori per una gestione comune e condivisa del territorio e non si continui a fare leva sull'interesse dei singoli, travisando i dati oggettivi e generando solo confusione."