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23 luglio 2013
16:25

Democrazia partecipativa, più di cento processi locali in quattro anni

FIRENZE - Nel 2007 la Toscana ha approvato la sua legge sulla partecipazione. Tanti modelli, ognuno con il suo valore e tempi certi, sono stati previsti e sperimentati dalla legge: guardando alla Francia, all'Australia e al Brasile, all'e-democracy o alla riprogettazione 'partecipata' britannica (e francese) delle città fino ai town meeting.

Dal 2008 ad ora, grazie a quella legge e alle risorse messe a disposizione, sono stati finanziati 116 processi partecipativi locali, che hanno sperimentato le più diverse metodologie e hanno toccato una grande varietà di temi: progetti di recupero urbanistico e bilanci partecipativi, opere pubbliche e politiche sociali, iniziative nelle scuole, localizzazione di impianti energetici o per il trattamento dei rifiuti. Ce n'è un po' per tutti i gusti. Tra le iniziative comunali più note e famose c'è il dibattito pubblico e la consultazione con i cittadini avviata prima di approvare qualsiasi recupero ed intervento urbanistico sul borgo di Castelfalfi, nel comune di Montaione in provincia di Firenze, o il processo partecipativo che ha permesso di individuare la localizzazione per il nuovo depuratore del distretto conciario, a Ponte Buggianese.

Per quanto riguarda i processi partecipativi sui piani e programmi regionali c'è stato quello sul progetto iniziale del Parco della piana metropolitana, nel 2009 e 2010, e quello sul piano dei rifiuti. Percorsi che hanno visto anche il ricorso ad uno dei modelli partecipativi più noti e apprezzati, l'Electronic Town Meeting: dal 2006 se ne sono svolti sette in Toscana.

 

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