Agroalimentare
Istituzioni
14 luglio 2011
14:36

Ente irriguo, Toscana e Umbria scrivono al ministro Romano per finanziamenti

FIRENZE - Tutti d'accordo sulla nuova forma giuridica che dovr assumere l'Ente irriguo umbro-toscano: non pi statale ma ente di due Regioni, sia pur con la presenza nel consiglio di amministrazione e tra i sindaci revisori di rappresentanti di due ministeri. Da tempo Umbria e Toscana si sono candidate a raccogliere il testimone dell'ente che governo e parlamento, l'anno scorso, hanno deciso di sciogliere entro il 6 novembre e per questo a tutt'oggi commissariato. Ma chi garantir i finanziamenti per la gestione di beni che rimangono comunque del demanio statale e di evidente interesse nazionale, come la diga di Montedoglio reduce peraltro dall'incidente dello scorso inverno o quella di Cascio? Se lo chiedono sempre Umbria e Toscana e per questo i due presidenti Enrico Rossi e Catiuscia Marini hanno scritto una lettera al ministro per le politiche agricole e forestali Saverio Romano in cerca di rassicurazioni.

L'ente gestisce invasi importanti quali appunto la diga di Montedoglio sul Tevere, che si trova in Toscana, e quella sul Chiascio, che si trova in Umbria, fornendo acqua per usi civili e per irrigazione a cinque diverse province. Da tempo commissariato, si poneva il problema di un nuovo assetto. Dopo svariati incontri tenuti dagli assessori all'agricoltura Gianni Salvadori per la Toscana e Fernanda Cecchini per l'Umbria con lo stesso commissario, stato delineato un percorso che dovrebbe concludersi in tempi brevi.

Il nuovo assetto

"Le Regioni Umbria e Toscana ricordano i due presidenti- durante l'incontro dell' 8 luglio scorso, che si tenuto a Roma alla presenza del commissario dell'ente, Giuseppe Serino, si sono dichiarate fortemente intenzionate a proseguire congiuntamente il percorso legislativo per la costituzione di un nuovo soggetto giuridico che subentrer nelle funzioni attualmente facenti capo all'Ente irriguo Umbro Toscano. Il nuovo soggetto scrivono ancora i due presidenti - avr la natura di ente pubblico economico e nello statuto sar prevista la partecipazione nel consiglio di amministrazione di un rappresentante del ministero delle politiche agricole e forestali e nel collegio sindacale di un rappresentante del ministero dell'economia."

Le risorse

Fin qui la "forma giuridica" che dovr assumere il nuovo Ente. Tuttavia manca un aspetto che per le due Regioni fondamentale, quello delle risorse economiche, ed per questo che il presidnte Rossi e la presidente Marini scrivono adesso al ministro Romano. "Considerato che il costituendo ente subentrer nella gestione di beni che appartengono al demanio statale, le Regioni ritengono indispensabile sottolineano i due presidenti - un impegno del ministero per continuare a fare fronte, tramite il piano irriguo nazionale o altri atti generali di programmazione, alle spese per la straordinaria manutenzione e per il completamento delle opere oggetto di concessione, in modo da garantire che il passaggio di funzioni da un ente di emanazione statale, qual l'Ente irriguo umbro-toscano, ad uno costituito dalle Regioni, non pregiudichi la disponibilit di risorse finanziarie vitali per beni di rilevante interesse nazionale, quali la diga di Montedoglio e quella del Chiascio".

Il ministero deve assumersi le sue responsabilit

L'assessore all'agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, in proposito ribadisce l'importanza di aver definito la nuova veste dell'ente irriguo, nel quale le Regioni avranno il ruolo che avevano sempre chiesto ma ribadisce la necessit che lo Stato assicuri i fondi necessari. "Grazie all'impegno delle Regioni e del commissario dell'ente irriguo conclude Salvadori stata definita la struttura del nuovo ente che auspichiamo venga formalizzata al pi presto. E' per indispensabile che il ministero si assuma la responsabilit delle risorse, non solo per i lavori di ripristino della diga di Montedoglio dopo l'incidente dello scorso inverno, ma anche per la continuit del servizio, sia idropotabile che irriguo e per le grandi condotte, che sono e restano del demanio statale".