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10 gennaio 2012
14:40

Fusti tossici, Rossi: 'Intervenga subito il governo, è un caso nazionale'

Fusti tossici, Rossi: 'Intervenga subito il governo, è un caso nazionale'

FIRENZE - "Non vogliamo suscitare nessun allarme, ma il problema deve diventare una questione nazionale". Così si è espresso il presidente Enrico Rossi nel corso del briefing con la stampa dedicato oggi al caso dei 198 fusti contenenti materiali pericolosi dispersi il 17 dicembre scorso nel mare della Gorgona dalla nave cargo Venezia della Grimaldi Lines e non ancora recuperati. Il presidente Rossi ha tenuto l'incontro con la stampa insieme al sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, al presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e agli assessori all'ambiente e alle sanità Anna Rita Bramerini e Daniela Scaramuccia.

 

 

"E' fondamentale – ha ripreso il presidente – un rapido recupero dei contenitori, per evitare la fuoriuscita dei materiali. Benché debba registrare ritardi nella diffusione della notizie, le autorità competenti hanno fatto quello che si doveva fare, ma non si deve perdere altro tempo. Il governo si faccia carico in prima persona del caso, che è complesso e delicato, istituendo una commissione nazionale. Ieri ho parlato on il ministro dell'ambiente Corrado Clini, che ho trovato sensibile al problema, e oggi stesso è in corso una riunione tecnica. Ho invitato il ministro a venire in Toscana e seguire personalmente il caso."

 

"I responsabili li conosciamo, bisogna stargli con il fiato sul collo. La Capitaneria ha fatto quello che doveva fare, la Magistratura ha aperto una inchiesta. Non ci devono essere rimpalli di responsabilità, lentezze, incertezze, lungaggini, non si deve badare a spese, bisogna che il governo metta in campo tutti i suoi poteri, la sua forza e le tecniche disponibili, che ci sono – ha proseguito il presidente Rossi - Noi non vogliamo che dopo il panettone di Natale passi anche l'uovo di Pasqua e ci si dimentichi tutto. Con queste cose non c'è da scherzare. Gli incidenti possono capitare - ha concluso – ma il modo per superarli è assicurare la massima trasparenza, la massima attenzione e rapidità di intervento".

 

Secondo il sindaco Cosimi il vero problema è il tempo: "Tutto è stato fatto come dovuto – ha detto tra l'altro – ma abbiamo bisogno di un segnale ulteriore, perché il rischio aumenta se questi materiali restano tanto in mare. Il trasporto per mare è qualcosa in cui confidiamo per la tutela dell'ambiente, un fattore economico che deve essere compatibile con il rispetto dell'ambiente e della salute e guadagnarsi così la fiducia dei cittadini". Per il presidente Kutufà l'iniziativa del presidente Rossi è apprezzabile e tale da "rendere più sollecite le operazione di recupero".

 

"Si tratta di un evento eccezionale di cui stavolta è stato individuato il responsabile, che dunque avrà il compito di localizzare e rimuovere i fusti – ha precisato l'assessore Bramerini - I fusti dispersi contengono due tipi di catalizzatori a base di nichel e molibdeno uno e cobalto e molibdeno l'altro, sotto forma di granuli che non sono solubili in acqua e questo è importante".

 

"Siamo venuti a conoscenza di quanto accaduto il 30 dicembre e io ho partecipato personalmente all'incontro che si è tenuto quel giorno in Prefettura a Livorno – ha detto tra l'altro l'assessore Scaramuccia - Come Regione Toscana abbiamo dato disponibilità immediata per effettuare i campionamenti sull'acqua e sul pescato. Ma la cosa più urgente adesso da fare è localizzare i fusti perché non sapere dove sia questo materiale limita la possibilità di intervenire".

 

Secondo gli assessori Bramerini e Scaramuccia i problemi che possono derivare dall'incidente sono legati ai rischi immediati di autocombustione, una volta che questo materiale venga esposto all'aria nel caso in cui arrivasse sugli arenili. Per quanto riguarda gli eventuali effetti sul pesce e dunque sulla catena alimentare, una contaminazione può avvenire solo da quei contenitori che eventualmente si fossero aperti durante la caduta in mare o al momento di un loro spiaggiamento su una scogliera. Ma, viste le condizioni del mare, è verosimile che il materiale eventualmente fuoriuscito sia stato fortemente diluito, il che rende minimo il rischio di una contaminazione significativa dei pesci e quindi la contaminazione della catena alimentare appare remota. In ogni caso Arpat e Servizi veterinari della Regione hanno attivato un monitoraggio indiretto dell'ambiente e un campionamento mirato delle specie marine che più direttamente potrebbero manifestare tracce di una eventuale contaminazione da metalli pesanti.

 

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