Agroalimentare
25 ottobre 2018
14:16

Gestione del lupo, Remaschi: "In Toscana è una cosa seria e complessa"


FIRENZE - "Stupisce la reazione di Mirella Pastorelli del Comitato Pastori d'Italia in relazione alla notizia dello stanziamento da parte della Regione Toscana delle risorse necessarie all'integrale copertura delle richieste di indennizzo da parte degli allevatori colpiti dai predatori" ha commentato così, l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi, le parole di Pastorelli apprese dalla stampa. "Forse era poco attenta negli ultimi incontri a cui era presente, tenutisi sia in Regione che sui territori toscani particolarmente colpiti da questi eventi, perché già in quelle occasioni, era stata anticipata e condivisa dai presenti, la volontà da parte della giunta regionale di lavorare su più fronti contemporaneamente. Un'azione volta proprio a limitare al massimo le tempistiche per le azioni in favore degli allevatori stremati dai continui attacchi e razzie nei confronti delle greggi".

La Regione infatti, a seguito delle richieste delle organizzazioni professionali agricole, sta lavorando su tre azioni principali: la prima azione consiste nella chiusura di tutte le pratiche di richiesta danni relative al 2017 con la integrale copertura delle domande ammesse, e non al 75% come erroneamente asserisce la Pastorelli, peraltro in regime di esenzione dal de minimis, riconoscimento ottenuto dalla Commissione europea a seguito di una serrata trattativa.

La seconda azione consiste nell'avvio della procedura per ottenere da Bruxelles l'autorizzazione a rimborsare con le medesime modalità (superamento del de minimis) anche i danni indiretti subiti, come la perdita di produzione di latte o le mancate nascite di agnelli, che spesso sono un grave problema per gli allevatori colpiti e per i quali però, ad oggi, ogni rimborso sarebbe illegittimo.

La terza azione che la Regione sta portando avanti è la richiesta al Governo, anche mediante l'intervento della Conferenza stato regioni, di strumenti di intervento ulteriori, già adottati da altri Stati europei per una gestione attiva del fenomeno predatorio, e il riconoscimento delle risorse necessarie sia per gli indennizzi che per le opere di prevenzione che ad oggi pesano sulla sola collettività toscana, pur essendo il lupo specie protetta da direttive internazionali.

"Ancora una volta rilevo" ha continuato l'assessore Remaschi "come uno dei più grandi ostacoli alla risoluzione dei contrasti tra allevatori e lupo sia la confusione che alcuni soggetti, più o meno rappresentativi del mondo allevatoriale, mettono in campo ad ogni occasione, con proposte inesistenti o quantomeno fantasiose, basti ricordare la richiesta di "deportazione" di tutti i lupi verso altri territori e con polemiche sterili volte unicamente a conquistare una pagina di giornale. La questione della gestione del lupo, almeno in Toscana, è una cosa seria e come tale complessa, non esiste una soluzione banale che possa risolvere magicamente il problema, ma è necessario operare su più fronti, a testa bassa e tutti insieme con l'unico obiettivo di portare a casa risultati per le aziende."

"Invece di ironizzare sui risultati ottenuti, certamente non ancora soddisfacenti", - ha concluso l'assessore Remaschi. "Il Comitato Pastori d'Italia utilizzi la propria vis polemica per ricordare agli esimi rappresentati del Governo, e in particolare al ministro Centinaio, gli impegni che si erano presi pochi mesi fa a Monteriggioni con gli allevatori toscani, perché ad oggi dal Governo arrivano solo le dichiarazioni del ministro Costa, il quale parrebbe rinviare qualsiasi azione, compreso il prelievo selettivo, in attesa di ulteriori monitoraggi per capire meglio la situazione. Per noi la situazione è chiara: i monitoraggi ormai ultradecennali rilevano la presenza di un elevato numero di predatori - 109 gruppi riproduttivi per circa 600 animali sul territorio regionale - rende di fatto impossibile l'allevamento di molte zone della Toscana, la Regione ha fatto e continuerà a fare la propria parte, ma di questo si deve far carico anche lo stato con risorse e strumenti operativi adeguati per una corretta gestione di un fenomeno che già ora è insostenibile e che rischia, se non governato, di divenire irreversibile".