Ambiente
26 luglio 2014
12:54

Giglio, da Arpat 770 campionamenti e 300 bollettini in due anni e mezzo

Giglio, da Arpat 770 campionamenti e 300 bollettini in due anni  e mezzo

FIRENZE - Tra gli angeli e le sentinelle che nei novecento giorni in cui la Concordia è rimasta sull'isola del Giglio hanno vigilato sulle sue acque, un posto d'onore ce l'ha sicuramente l'Arpat, l'agenzia regionale di protezione ambientale della Toscana.

L'Arpat arrivata sull'isola subito dopo la tragedia. I primi campionamenti e le prima analisi della acque sono praticamente iniziati appena dopo il naufragio della nave, in quella sciagurata notte del 13 gennaio 2012, e periodicamente si sono ripetuti. Fino a quando la Concordia ha lasciato nei giorni scorsi il Giglio, l'Arpat ha emesso circa 300 bollettini ed effettuato oltre 770 campionamenti, a più livelli e in più aree del porto e dell'isola, con più di 34 mila parametri analitici controllati. Una mole di lavoro non indifferente, svolta in collaborazione con l'istituto nazionale Ispra. Un lavoro che continua, visto che stanno arrivando le ultime analisi fatte prima e dopo la partenza.

C'erano i monitoraggi attorno alla nave, quelli nei pressi (ma in un'area più ampia) per valutare possibili danni a breve e medio periodo e poi le valutazioni a lungo periodo, con dati raccolti dalle stazioni di Porto Santo Stefano, sulla costa dell'Argentario appena di fronte all'isola, di Montecristo, alla foce Bruna, a Cala Forno e sul versante sud dell'isola d'Elba. I prelievi sono stati effettuati anche grazie all'uso del Poseidon, un battello oceoanografico di 18 metri attrezzato per il monitoraggio ambientale.

E' stato cercato di tutto, dai metalli ai detergenti, dalle sostanze usate nella fabbricazione delle plastiche a oli e idrocarburi. E i dati per adesso sono tranquilizzanti.Tutti i risultati delle analisi sono pubblicati sul sito dell'Arpat