16 gennaio 2017
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I deportati toscani

I deportati toscani

FIRENZE - La prima parola di un viaggio dovrebbe essere un nome: un nome tra i tanti che sono partiti e non sono mai tornati, anche dalla Toscana. Un nome (o tanti nomi) da custodire nel cuore, che ci racconta che quelle tragedie non sono poi così lontane. E un nome viene consegnato alla vigilia a ciascun ragazzo prima di salire sul treno, da conservare per tutto il viaggio e poi sussurrare nel vento una volta giunti al campo di Birkenau.

Sono i nomi degli ebrei toscani deportati tra il 1943 e il 1945 e raccolti nel "Libro della memoria" stampato nel 2003 dalla Regione: 111 pagine fitte di brevi cenni biografici, in rigoroso ordine alfabetico, con notizie sull'arresto, la morte e la liberazione. Il primo il livornese Abenaim Elia Giuseppe, l'ultima Ziegler Susanna, arrestata a Firenze.


Sono i nomi (e le biografie) che si possono leggere anche online, sulle pagine del Museo della deportazione di Figline a Prato (http://www.museodelladeportazione.it/) oppure su quel ricchissimo archivio (di informazioni ma anche di foto, richiamabili per parole chiave o come open data) che si trova sul portale del Centro di documentazione ebraica contemporanea  (http://digital-library.cdec.it/cdec-web/).

Sono i nomi di una targa, affissa nel 2012: una targa nel centro di Firenze che affolla con le sue 1821 vite - 857 ebrei e 964 deportati politici - una parete della Galleria delle Carrozze al piano terra di Palazzo Medici Riccardi, nella centralissima via Cavour. Storie di uomini, donne e bambini toscani che furono deportati dai nazisti nei campi di concentramento e sterminio. Arrestati perchè semplicemente ebrei, partigiani, resistenti, scioperanti ma anche rastrellati in modo indiscriminato e casuale. Arrestati dai nazisti e dai collaborazionisti fascisti nel periodo della Repubblica Sociale Italiana e dell'occupazione tedesca.

I numeri degli ebrei deportati da tutta l'Italia e dai territori italiani extrametropolitani sono da paura, anche se lontani da quelli di altre nazioni d'Europa. Furono 8369 secondo alcuni: tra loro anche 1915 cittadini stranieri, ebrei riparati dall'Est in Italia perché convinti di essere lì più al sicuro e che invece al sicuro, fino all'ultimo, non furono. Tra tutti gli ebrei deportati, quelli che partirono dalla Toscana furono 675 secondo lo storico Collotti, compresi vecchi, donne e bambini, tolte alcune centinaia di vittime non identificate (per lo più ebrei stranieri). Se aggiungiamo anche chi, toscano, fu arrestato fuori dalla Toscana, il conto sale secondo le ultime ricerche a 857.

Di tutti, compresi scioperanti ed oppositori politici, solo il 10 per cento fece ritorno. Gli ebrei furono rastrellati per lo più all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre: da occupanti tedeschi certo, ma anche da italiani della Guardia nazionale e da organi repubblicani, come l'Ufficio Affari Ebraici di via Cavour a Firenze guidato da Martelloni, amnistiato nel dopoguerra assieme a tutti i suoi.

I deportati politici furono arrestati soprattutto dopo il dicembre 1944, molti durante lo sciopero del marzo 1944: ad opera per lo più di altri italiani, quelli della Guardia nazionale repubblicana. A ricordare quei rastrellamenti e i treni piombati partiti verso le Alpi c'è un'altra lapide, all'interno della stazione di Santa Maria Novella. Vanno poi aggiunti i 600 mila militari italiani catturati dai tedeschi all'indomani di nuovo dell'armistizio dell'8 settembre tra chi (il 98%) non scelse di aderire alla Repubblica di Salò e di cui in 40 mila non fecero più ritorno a casa. Tra quei 600 mila i toscani furono probabilmente tra i 30 e i 40 mila. Per molti anni dimenticati, anche le loro storie di sopravvivenza e rivendicazione delle libertà lentamente sono riemerse dall'oblio e alcune si trovano on line

Milioni di morti in tutta Europa
Quello toscano comunque un piccolo tassello di tutte le vittime dello sterminio nazista: almeno 6 milioni di ebrei in tutta Europa, 1 milione e mezzo di dissidenti politici e poi ancora milioni e milioni fra prigionieri di guerra, rom e sinti, malati di mente, omosessuali. In tredici milioni, si calcola, sono morti nei campi di sterminio. Fra tutti oltre un milione sono scomparsi ad Auschwitz (e forse anche di più). Fra tutti un milione e mezzo erano i bambini. I dati condivisi più di recente parlano di 1.310.000 persone deportate solo ad Auschwitz, di cui 1 milione e 100 mila ebrei. Su 1 milione e 86 mila vittime, gli ebrei che dal campo non fecero ritorno furono 960mila: solo 95.000 entrarono nel lager e furono registrati, gli altri passarono direttamente alle camere a gas. Tra le altre vittime di Auschwitz si contano 75mila polacchi, 21mila zingari, 15mila prigionieri di guerra e sovietici e 15mila altri prigionieri.