17 gennaio 2019
16:25

I luoghi della Shoah e della deportazione in Italia

I luoghi della Shoah e della deportazione in Italia

Per ricordare non occorre andare per forza in Polonia, in Austria o in Germania. Ci sono luoghi da visitare, anche in Italia e anche in Toscana, che raccontano storie di deportazione e di sopraffazione. Eccone alcuni.

In Italia

Trieste, Risiera di San Sabba, campo di concentramento
Il grande complesso di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso costruito nel 1898 nel periferico rione di San Sabba venne dapprima utilizzato dai nazisti come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre 1943 (Stalag 339). Verso la fine di ottobre venne strutturato come campo di detenzione di polizia, destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia e al deposito dei beni razziati; ma anche alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Fu l'unico vero campo di sterminio in Italia.

Roma, Ghetto e Portico di Ottavia
Il quartiere conosciuto come il ghetto, tale dal 1555 per isolare gli ebrei dal resto della popolazione, era costituito dalle poche strette vie situate fra piazza Giudea (oggi piazza delle Cinque Scole), i resti del Portico d'Ottavia, e le rive del Tevere davanti all'Isola Tiberina su una superficie totale di circa tre ettari. Il grande dramma arrivò nel 1943, quando il 16 ottobre le SS naziste rastrellarono e deportarono nei campi di concentramento più di 1000 ebrei. Tornarono solo in 16.

Fossoli (Modena), campo di concentramento
Il campo di Fossoli fu allestito dagli italiani nel 1942 come campo di prigionia e concentramento situato nell'omonima località dell'Emilia-Romagna nel modenese. Fu successivamente utilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito (in lingua tedesca: Polizei-und Durchgangslager) per la deportazione in Germania di ebrei e oppositori politici. Nel dopoguerra, vi furono internati prigionieri del regime sconfitto.

Ferramonti di Tarsia (Cosenza), campo di concentramento
Il campo di internamento di Ferramonti, nel comune di Tarsia in provincia di Cosenza, è stato il principale (in termini di consistenza numerica) tra i numerosi luoghi di internamento per ebrei, apolidi, stranieri nemici e slavi aperti dal regime fascista tra il giugno e il settembre 1940, all'indomani dell'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati rimasero a Ferramonti anche negli anni successivi e il campo di Ferramonti fu ufficialmente chiuso l'11 dicembre 1945.

Bolzano, campo di concentramento
Il campo di transito di Bolzano fu un campo di concentramento nazista che fu attivo a Bolzano dall'estate del 1944 alla fine del secondo conflitto mondiale. Prima di questa data era già in essere dal 1942 un lager per prigionieri di guerra alleati. Entrò in funzione nell'estate del 1944, in vecchi capannoni del genio militare italiano, e nei circa dieci mesi di attività passarono tra le sue mura tra 9.000 e 9.500 persone (tra cui Mike Bongiorno). Molti prigionieri a cominciare dai circa 400 ebrei - non vennero immatricolati. Una parte dei deportati - circa 3.500 persone, uomini, donne e anche diversi bambini - fu trasferita nei campi di sterminio del Reich; una parte fu invece utilizzata in loco, come lavoratori schiavi, sia nei laboratori interni al campo, che nelle aziende della vicina zona.

Milano, memoriale della Shoah: binario 21
Il Memoriale della Shoah di Milano (Binario 21) sorge in un'area della Stazione Centrale situata al di sotto dei binari ferroviari ordinari. L'area era originariamente adibita al carico e scarico dei vagoni postali e aveva accesso diretto a Via Ferrante Aporti. Tra il 1943 e il 1945 questo fu il luogo in cui centinaia di deportati furono caricati su vagoni merci, che venivano sollevati tramite un elevatore e trasportati così al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza, venivano agganciati ai convogli diretti ai campi di concentramento e sterminio (Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen) o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano. Dagli stessi binari partirono anche numerosi deportati politici, destinati al campo di concentramento di Mauthausen o ai campi italiani.

In Toscana

Parco Nazionale della Pace di S. Anna di Stazzema (Lucca)
E' stato istituito nel 2000, con l'obiettivo di mantenere viva la memoria storica di uno dei più tragici eventi dell'estate del 1944 ed educare le nuove generazioni ai valori della pace, della giustizia, della collaborazione e del rispetto fra i popoli e gli individui. Il Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema si estende sul territorio collinare circostante il paese, concentrandosi nell'area sacrale che, dalla piazza della chiesa e dal Museo Storico della Resistenza, attraverso la Via Crucis ed il bosco circostante, giunge al Col di Cava, dove posto il Monumento Ossario.

Firenze, Santa Maria Novella: binario 16 e binario 6
Il 9 novembre 1943 oltre 300 ebrei rastrellati dai nazifascisti furono caricati al binario 16 e inviati ad Auschwitz; a ricordo è stato posto nel 2013 un monumento ideato da uno studente dell'Istituto d'arte di Firenze. Invece al binario 6 una targa richiama il treno che l'8 marzo 1944 partì da qui carico di oltre mille deportati politici rastrellati dopo gli scioperi di quel periodo, e destinati ai campi di concentramento nazisti. La targa fu collocata nel marzo 1991, in occasione del 47° anniversario della Deportazione.

Bagno a Ripoli (Firenze), campo di concentramento
Il campo di Bagno a Ripoli (Firenze), presso la Villa La Selva, operò dapprima, tra il giugno 1940 e il settembre 1943, come campo di internamento civile istituito dal governo fascista al momento dell'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Quindi dal dicembre 1943 al luglio 1944 come campo di concentramento, istituito dalla Repubblica Sociale Italiana per la Provincia di Firenze, per gli ebrei in attesa di deportazione.

Pitigliano (Grosseto), la Sinagoga
Costruita nel 1598, probabilmente nel luogo scelto dai primi ebrei di Pitigliano per la preghiera, crollò in parte negli anni 60. Restaurata, oggi visitabile, in un suggestivo percorso attraverso locali scavati nel tufo che testimonia della vita della comunità di quella definita la Piccola Gerusalemme: il bagno rituale, la cantina e il macello (vino e carni Kasher), l'antica tintoria e conceria, il forno delle azzime e la mostra di cultura ebraica.

Castelnuovo Garfagnana (Lucca), luogo della cosiddetta "prigionia libera"
Castelnuovo il paese-ghetto scelto dai nazisti come luogo di concentrazione di 70 ebrei fuggiti in Italia da Germania, Austria e Polonia. Castelnuovo, così isolato e piccolo, con una comunità di 6000 abitanti, sembrò un posto ideale ai carnefici di Hitler per realizzare una sorta di esperimento di "prigionia libera" che durò due anni e finì con la deportazione di tutti gli internati. Il 2 gennaio del 43 le SS caricarono gli ebrei sui camion e li portarono ad Auschwitz. Solo due di loro sopravvissero al lager.

Prato, Museo e centro di documentazione della deportazione e Resistenza
Il 6 settembre 1944 il giorno stesso della liberazione di Prato dall'occupazione tedesca a Figline ebbe luogo l'eccidio di 29 giovani partigiani, che furono impiccati da un'unità della Wehrmacht in ritirata. Si tratta solamente di una delle centinaia di massacri compiuti in Toscana dalle truppe tedesche. Il Museo e il centro di documentazione si trovano esattamente nel luogo che fu teatro della strage di allora. Il tema dell'esposizione museale però ha uno sfondo storico diverso: in seguito allo sciopero generale proclamato dal CLN nell'Italia settentrionale e centrale nel marzo del 1944 centinaia di toscani e più di cento pratesi furono deportati nel campo di concentramento di Mauthausen e la maggioranza di loro al sottocampo di Ebensee.

Civitella in Val di Chiana (Arezzo), Villa Oliveto, Centro di documentazione sui campi di concentramento
Durante la seconda guerra mondiale la villa fu sede di un campo di concentramento per ebrei. Il Comune ha destinato l'edificio a sede di Centro di documentazione sui campi di concentramento. La villa circondata da un parco, ricco di cedri e lecci, caratterizzato da un percorso che digrada, dalla facciata principale, sui terrazzamenti coltivati ad olivi. L'edificio fu realizzato e fu dimora dei Conti Barbolani di Montauto; nel 1927 fu acquistato dalla famiglia Mazzi che lo ha ceduto alla Amministrazione Comunale di Civitella in Val di Chiana nel 1980.

Fucecchio (Firenze), Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule
Alcune lapidi disseminate sui casotti e lungo gli argini ricordano la tragedia del barbaro eccidio perpetrato dai nazisti il 23 agosto 1944: la terza più grande strage in Toscana e la quinta in Italia. Morirono in 174, fra cui neonati e anziani: la più piccola aveva appena quattro mesi, la più anziana novantenne. Erano cittadini di Monsummano Terme e Larciano, Ponte Buggianese e Cerreto Guidi, oltre che di Fucecchio.