Cultura
25 gennaio 2013
10:31

I deportati toscani nei campi di sterminio

I deportati toscani nei campi di sterminio

FIRENZE - I numeri sono da paura, anche se lontani da quelli di altre nazioni d'Europa. Gli  ebrei deportati dall'Italia e dai territori italiani extrametropolitani furono 8369: tra loro anche 1915 cittadini stranieri, ebrei riparati dall'Est in Italia perché convinto di essere qui più al sicuro (fonte Regione Toscana: Discriminazione e persecuzione degli ebrei nell'Italia fascista, ristampa 2003). I toscani furono poco meno di  700 675 secondo lo storico Collotti, compresi vecchi, donne e bambini, tolte alcune centinaia di vittime non identificate (per lo pi ebrei stranieri) -  e di tutti loro solo il 10 per cento fece ritorno. Furono rastrellati per lo più all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre: da occupanti tedeschi certo, ma anche da italiani della Guardia nazionale e da organi repubblicani, come l'Ufficio Affari Ebraici di via Cavour a Firenze guidato da Martelloni, amnistiato nel dopoguerra assieme a tutti i suoi.

Agli ebrei toscani vanno aggiunti 951 deportati politici nati o arrestati in Toscana e spediti dei campi di concentramento. E poi naturalmente vanno aggiunti i 600 mila  militari italiani, tra loro anche toscani, catturati dai tedeschi all'indomani di nuovo dell'armistizio dell'8 settembre tra chi (il 98%) non scelse di aderire alla Repubblica di Salò e di cui, in 40 mila, non fecero pi ritorno a casa. Un piccolo tassello di tutte le vittime dello sterminio: 6 milioni almeno di ebrei in tutta Europa, 1 milione e mezzo di dissidenti politici e poi ancora milioni e milioni fra prigionieri di guerra, rom e sinti, malati di mente, omosessuali. In tredici milioni sono morti nei campi di sterminio. Fra tutti un milione e mezzo sono passate da Auschwitz e un milione e mezzo erano i bambini.


 

Gli ebrei deportati dalla Toscana

Arezzo 64

Firenze (con Prato) 311

Grosseto 38

Livorno 33

Lucca 112

Pisa 16

Pistoia 84

Siena 17

Totale 675

Restano fuori alcune centinaia di vittime non identificate, per lo pi ebrei stranieri


 

Deportati politici dalla Toscana

Arezzo 35

Firenze (con Prato) 557

Grosseto 19

Livorno 62

Lucca 72

Massa Carrara 67

Pisa 56

Pistoia 49

Siena 34

Totale 951


 

Il libro della memoria

I nomi degli ebrei toscani deportati tra il 1943 e il 1945 sono tutti  raccolti nel "Libro della memoria" stampato nel 2003 dalla Regione Toscana: 111 pagine fitte di nomi e brevi cenni biografici con notizie sull'arresto, la morte e la liberazione, dal livornese Abenaim Elia Giuseppe a Ziegler Susanna, arrestata a Firenze. Altre biografie sono raccolte dal Museo della deportazione di Figline a Prato

La mappa dei lager nazisti in EuropaCinque giorni, nel 1943, per arrivare ad Auschwitz

Nel 1943 i convogli che portavano ebrei e deportati politici nei campi di sterminio impiegavano mediamente cinque giorni per arrivare da Firenze ad Auschwitz.  Più che treni erano carri bestiame. Nel convoglio che partì da Roma il 18 ottobre 1943 c'erano, stipati come animali, almeno 1035 uomini, donne e bambini. Dopo la selezione iniziale fecero il loro ingresso nel campo solo 149 uomini e 47 donne. Tutti gli altri furono subito passati alle camere a gas e dal campo, alla fine, uscirono solo in sedici. Il  9 novembre 1943 un altro convoglio, con 400 persone, partì da Firenze e Bologna: entrano nel campo 13 uomini e 94 donne, ma nessuno vi uscì vivo. E fino al 1944 furono altri quattordici i convogli partiti, solo per citare quelli destinati  a portare ebrei italiani nei lager dell'Europa centrale.

Primo Levi, il celebre autore di "Se questo un uomo" sopravvissuto ad Auschwitz, impiegò quattro giorni nel 1944 per arrivare dal campo di transito a Fossoli, in provincia di Modena, al lager polacco. Con Primo Levi partirono in almeno 650 su quello stesso treno, molti bambini. Era una fredda mattina di fine febbraio ed era già calata la notte quando arrivarono in Polonia. Solo 97 uomini e 29 donne entrarono nel campo: gli altri morirono nelle camere a gas. E appena quindici uomini e 8 donne uscirono vivi dal lager, quando i soldati dell'Armata Rossa abbatterono il 27 gennaio i cancelli di un campo oramai vuoto e quasi deserto.