22 gennaio 2019
10:30

Il bomber

Anche la Toscana ha avuto il suo calciatore deportato: si chiamava Carlo Castellani. Originario di Montelupo, era il bomber dell'Empoli che con 61 reti segnate in 145 presenze aveva conquistato un record assoluto in quegli anni. Con i biancoblu toscani giocò per nove stagioni, dal 1926 al 1930, dal 1934 al 35 e poi ancora dal 1938 al 1939. Nel mezzo aveva conosciuto la Seria A col Livorno e indossato la maglia del Viareggio. 

Nel 1944 era già un ex calciatore. Lavorava da falegname ed aveva una segheria. Accade tutto a marzo, nei giorni immediatamente successivi agli scioperi.

Nella notte dell'odio, come la chiama lo storico locale Alfio Dini, i carabinieri, accompagnati da un delatore, bussano alla casa della famiglia per arrestare il padre, Davide, di simpatie socialiste. Anche se non era tra gli scioperanti, era proprio lui che i carabinieri volevano. Ma era malato e Carlo si offrì di andare a sentire lui cosa volesse il maresciallo. Per i carabinieri andava bene lo stesso, l'importante era il numero degli arrestati da consegnare alla SS. Dalla caserma Carlo non tornerà per mai più: deportato a Gusen, sottocampo di Mauthausen, messo a scavare gallerie, vi morirà l'11 agosto 1944, poco meno di un mese dopo l'arrivo. Il suo numero era il 57.026. Aveva 35 anni e due bambini piccoli. Al campo di Gusen c'è una targa che lo ricorda, voluta dalla sua squadra. A lui sono intitolati gli stadi di Empoli e Montelupo Fiorentino.