12 marzo 2018
18:42

Il contributo di solidarietà alle vittime di violenza e atti cruenti, scelta consueta e largamente condivisa

FIRENZE – La decisione annunciata dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di concedere un contributo di solidarietà alla vedova di Idy Diene, assassinato una settimana fa a Firenze, si inserisce in una prassi - inaugurata con la legge del 2008 a sostegno dei familiari di vittime di incidenti mortali sul lavoro - e ormai consolidata e largamente condivisa, anche da forze politiche di opposizione. Non solo, quindi, la giunta regionale discuterà della questione, in vista della redazione di un'apposita necessaria proposta di legge, ma sono già agli atti del Consiglio regionale due mozioni di Si-Toscana e Fratelli d'Italia che chiedono al governo regionale di predisporre un contributo straordinario ai familiari della vittima.

Lo stesso tipo di provvedimento è stato assunto, negli anni scorsi, dopo altri fatti drammatici e cruenti, che hanno colpito civili e militari: per le vittime, nel dicembre 2011, di piazza Dalmazia a Firenze; per i carabinieri che vennero aggrediti, uno perse la vita e l'altro fu gravemente ferito, sempre nel 2011, dopo un rave party nel grossetano; per militari residenti in Toscana deceduti in missione all'estero; per vittime di atti criminali come il carabiniere Giangrande, ferito in piazza Montecitorio, il carabiniere Gangale, accoltellato ad Agliana, l'artificiere Vece, lesionato dalla bomba di capodanno 2017, e per i familiari di Leonardo Lo Cascio, ucciso da un cittadino matrocchino a Prato lo scorso anno.

Si tratta quindi di una scelta, che ribadisce una linea di solidarietà e di vicinanza della Regione alle vittime e alle loro famiglie e che sempre, e anche in questo caso, ha potuto contare su un consenso largo e diffuso delle forze politiche e della società toscana .