20 gennaio 2015
20:51

Il coraggio di Vera

"Non perdete mai la speranza, non siate mai indifferenti quando comincia a esserci qualcosa che non va". E' stato un giorno lunghissimo per gli studenti toscani - l'arrivo il mattino presto, i passi nel silenzio e nel gelo di Birkenau, le molte forse troppe emozioni - anche senza tenere conto del lungo viaggio del giorno prima.

Stanchezza e distrazione sarebbero più che giustificabili, dopo queste 48 ore vissute ad alta intensità. Eppure non vola una mosca nella grande sala da cinema di Cracovia dove si srotola il tappeto di parole dell'ultimo appuntamento della giornata, l'incontro con Vera Jarach, donna che ha vissuto sulla sua pelle due crimini della storia - la Shoah e la dittatura argentina: due storie e due continenti diversi, ma per lei lo stesso epilogo di morti senza tomba.

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Non c'è chi non sia conquistato dalla dolcezza di Vera che sa essere forza, coraggio, speranza.  La intervista Marino Sinibaldi, direttore di RadioTre, che sottolinea il "moderato ottimismo" di Vera. Moderato per modo di dire, ovvio.

Per spiegare questo ottimismo Vera usa la metafora della montagna, perchè la montagna le piace, in montagna è andata spesso in altri anni. E in montagna la cosa peggiore che si può fare è lasciarsi paralizzare dalla paura, invece che muoversi. Come ha fatto lei, con le altre madri, in Plaza de Mayo: a un certo punto decisero di muoversi.

Ottimismo. Questa parola avvolge l'intera sala. La parola e ancora di più il calore con cui Vera  la offre a chi la sta ascoltando. A pensarci bene forse questo che vince la stanchezza di tutti. C'è bisogno di questo ottimismo che sa guardare avanti, che sa muoversi avanti. Appena pochi giorni dopo le stragi di Parigi e gli altri terribili eventi.

"Sono un po' imbarazzato, per ...", attacca il primo ragazzo che sale sul palco per farle una domanda. E per continuare prima ha bisogno di abbracciarla e baciarla.

C'è fame di una donna come Vera, "militante della memoria, o meglio, in Italia, partigiana della memoria".  Di una donna che, con tutto quello che successo, può ancora dire: "Sono contenta della mia vita. Anche per mia figlia, meravigliosa. E' vero che me l'hanno portata via, ma l'ho anche avuta. Allora, ragazzi, non arrendetevi mai. E poi un augurio: gli amici sono la cosa più preziosa che si ha nella vita. E gli amici bisogna saperli conservare, non bisogna disperdere questo dono. E allora vi auguro di avere buoni amici"