Salute
16 marzo 2017
13:53

Il diabete si impara a gestirlo al campo scuola

FIRENZE - Una vacanza da solo, senza genitori. Per acquistare autonomia, conoscere altri coetanei, divertirsi, fare sport, stare all'aria aperta, a contatto con la natura. Per la maggior parte dei ragazzi, un progetto facilmente realizzabile. Pi difficile per quelli affetti da diabete. Per questo dal 2000 la Regione Toscana sostiene progetti di organizzazione di campi scuola per bambini e adolescenti con diabete. Un sostegno che viene riconfermato anche per il 2017: una delibera approvata nel corso dell'ultima seduta di giunta destina 150.000 euro alle aziende che hanno presentato progetti specifici.

Ai campi scuola, che sono gestiti dal Centro regionale per il diabete dell'et evolutiva dell'azienda ospedaliero-universitaria Meyer, dalla Asl 6 di Livorno e dalla 9 di Grosseto, i ragazzi imparano, con l'aiuto di medici e psicologi, a gestire il diabete e superare i problemi connessi con la convivenza con una patologia cronica.

"Questa dei campi scuola per i ragazi con diabete un'esperienza molto importante - dice l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - E noi vogliamo assolutamente continuare a garantire il sostegno della Regione a questi progetti. Il campo scuola il primo passo per l'autonomia del ragazzo dalla famiglia. Al campo scuola il ragazzo ad essere coinvolto e responsabilizzato in prima persona nella gestione della propria patologia. Le esperienze degli anni passati ci hanno dimostrato l'efficacia e la valenza terapeutica di questi campi e noi, in accordo con le associazioni di volontariato, siamo determinati ad assicurare continuit a questi progetti".

"Da oltre trent'anni il nostro Centro di riferimento organizza il campo scuola, ne abbiamo all'attivo 105 - spiega la dottoressa Sonia Toni, responsabile del Centro regionale per il diabete dell'et evolutiva del Meyer - Cerchiamo di trasferire le compteneze multidisciplinari del team sanitario al di fuori dell'ospedale, permettendo cos ai soggetti con diabete, all'interno di una vacanza, di acquisire, verificare e approfondire le conoscenze diabetologiche necessarie per la gestione della terapia nel quotidiano".

"Una volta effettuata la diagnosi - sottolineano gli esperti coinvolti nell'organizzazione dei campi scuola - di fondamentale importanza aiutare la famiglia all'accettazione della patologia e accompagnarla in un percorso di formazione terapeutica fino al raggiungimento di una autogestione consapevole e sicura. Uno dei problemi della terapia del diabete del bambino - spiegano - il fatto che necessario un continuo adeguamento del fabbisogno insulinico ad un organismo in crescita e contemporaneamente c' la necessit di un trasferimento delle competenze al paziente. In questo percorso si inserisce il campo scuola, che rappresenta sotto tutti gli aspetti un alto momento di educazione terapeutica: un'opportunit finalizzata a migliorare le capacit di autogestione e l'integrazione sociale".

I campi per i ragazzi pi grandi (11-16 e 14-17 anni) sono rivolti ai soli ragazzi, con la partecipazione di 3-4 ragazzi di et superiore, che svolgono la funzione di "diabetico guida", grazie alle esperienze gi maturate nei precedenti campi scuola. I campi per i pi piccoli sono rivolti ai gruppi familiari e il bambino (6-10 anni) partecipa con entrambi i genitori. Ai campi sono presenti medici, infermieri, psicologi, pediatri, dietisti, preparatori atletici della facolt di scienze motorie, personale dell'Associazione diabetici. I campi si svolgono in montagna, in agriturismo, in barca.

Ogni anno nella fascia di et 0-14 anni si verificano 8-10 nuovi casi ogni 100.000 bambini e 6-7 nella fascia di et giovanile tra 15 e 29 anni. E il trend in aumento, in Toscana come nel resto d'Italia: +3,6% l'anno. Il diabete dell'et evolutiva colpisce in Italia circa l'1 per mille della popolazione ed pari a circa l'8% di tutti i casi di diabete. Questa patologia a carattere sociale emergente pu essere affrontata con la prevenzione primaria e secondaria, ma quando si ormai evidenziata, diventano fondamentali l'autocontrollo e la capacit di gestione da parte dei ragazzi.

Il periodo di vacanza (da 7 a 10 giorni) passato "da solo" rassicura i genitori sulla capacit del figlio di autogestirsi, e sviluppa nel ragazzo una maggiore sicurezza di s . Per i medici, vivere in stretto contatto, 24 ore su 24, con i ragazzi, consente loro di osservarli pi da vicino a stabilire con loro un rapporto che non pi di dipendenza medico-paziente, ma di collaborazione attiva e diretta. Le lezioni teoriche si alternano a esercitazioni pratiche e ogni ragazzo stimolato a compiere da solo i controlli e le terapie necessarie.