20 gennaio 2019
22:14

L'importante è scegliere da che parte stare, ma è necessario conoscere

SALISBURGO (sul treno) - "Saremo chiamati a fare scelte e a dire da che parte stiamo. Ma sapremo scegliere se avremo la conoscenza che non ci farà trovare impreparati" Silva Rusich, figlia del deportato politico Sergio Rusich, nel workshop dedicato ai deportati per le loro idee politiche e agli internati militari parla del padre e della forza che le ha dato e che le dà ogni giorno per rivolgersi ai giovani e trasmettere i valori della democrazia e dell'antifacismo.

"Il momento della scelta non lo sai quando arriva - prosegue - ma quando si manifesta ti deve trovare  pronto".  
Ha ancora senso essere antifascisti oggi, si chiede Vania Bagni dell' Anpi di Firenze. "Sì - risponde -  perché significa portare avanti e testimoniare un valore specifico e etico ben radicato nella nostra società.

Luana Collacchioni,  dell'Anei, associazione ex internati, torna sull'importanza della scelta, "coloro che non aderirono alla repubblica di Salò - dice - , fecero la loro resistenza, senza armi, nei campi di deportazione dove subirono ogni tipo di privazione e sofferenza per ribadire quel no. Avevano scelto e la loro scelta la confermavano tutti i giorni, pensando ai valori in cui credevano. 

"Oggi - conclude - sta a noi scegliere con quale sguardo guardare l'altro e sta a noi schierarsi, scegliere di stare dalla parte dell'antifascismo, che vuol dire stare dalla parte dei valori di umanità e solidarietà".