Turismo Agriturismo
20 giugno 2011
14:40

La fotografia del turismo in Toscana nel 2010

FIRENZE - I dati dell'Osservatorio regionale del turismo sul 2010, illustrati stamani nello stesso incontro confermano quelli anticipati nelle scorse settimane. Il rapporto annuale dell'IRPET ha registrato nel 2010 una capacit di reazione del sistema toscano alla crisi superiore al dato nazionale (+2,6% rispetto al -0,7% dell'Italia) con una notevole capacit di intercettare la domanda estera (+7,9% contro +2,4%) e di contenere maggiormente la perdita sul fronte interno (-1,9% contro -3,1%). Incoraggiante il dato sull'occupazione (+0,7%), in controtendenza rispetto agli altri settori produttivi anche se la crisi aveva colpito duramente nel 2009. Il settore rimane nel medio periodo uno di quelli pi performanti (+30mila addetti fra 2001 e 2008).

Le presenze dall'estero mostrano segnali interessanti: nel medio periodo, infatti, si registra una progressiva e positiva diversificazione dei mercati di provenienza: Francia (+9% nel 2010, con un +41% negli ultimi cinque anni) e Spagna (+11,3%), per non parlare dei paesi BRIC (soprattutto Russia +38%, Brasile +55%, Cina +39%) che hanno ritmi elevati di crescita pur con numeri ancora contenuti; una capacit di gestire le congiunture economiche (mercato inglese +5,6% e, soprattutto, statunitense +20%); e, nell'ultimo anno, una ripresa del mercato tedesco (+1,5%). Sul mercato interno le difficolt sono generalizzare con un particolare segno negativo per le presenze di provenienza regionale (-2,7%) e una contrazione della durata media delle vacanze (e questo incide sopratutto per il turismo delle famiglie). A livello di aree geografiche, hanno avuto importanti risultati tutte le citt d'arte (Firenze +10,8%, Pisa +5,8%, Lucca +5,2%, Siena +3,1%), mentre tutte le aree della costa risultano nel 2010 in difficolt . Le presenze calano sulle coste di Massa Carrara (-5,2%), Livorno (-2%), Grosseto(-3,7%), Versilia (-0,9%) e Arcipelago Toscano (-0,6%). Il risultato legato alla maggiore dipendenza di queste aree dal mercato interno, che coinvolge anche il prodotto montagna (-6,3%).

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