20 gennaio 2015
17:25

La preghiera di Irene

"Dio della vita, Padre di tutte le creature, nel nome del tuo Figlio, immagine di ogni innocente che muore da sempre, mistero di ogni passione e di ogni agonia che continua da sempre perchè sorga finalmente un'umanità libera e pacifica"

Così recita la poesia di David Maria Turoldo, che questa mattina ha concluso la cerimonia toscana a Birkenau, assieme a una preghiera in lingua roman e a un'invocazione in ebraico. A leggerla, Irene, una studentessa di Lucca. Che sul Treno della Memoria non si trovata certo per caso. Piuttosto qualcosa a cui pensava fin dai tempi delle medie e che ora si finalmente tradotto in realtà.

Può succedere anche questo, insomma. Incontrare ragazzi e ragazze che da adolescenti non hanno sognato le luci della ribalta, ma la possibilità di trovare qualche risposta in un campo di sterminio.

Birkenau come la conclusione di un itinerario che ha visto Irene visitare gi altri campi, come Dachau. "Ho letto molti libri in questi anni, provando a rivivere ci che successo. E ora sono qui, emozionata. Certamente da questo viaggio tornerò cambiata".

Che poi quello che dovrebbe succedere in ogni viaggio, che per essere tale, per non essere cio semplicemente turismo, rimanda necessariamente a un'esperienza di cambiamento, da misurarsi al ritorno. Figurarsi in un viaggio della memoria, dentro il male del Novecento.

Un viaggio che può cominciare anche con un libro. Così è stato con Irene, che ha un titolo da consigliare. Un riferimento necessario ma mai scontato: "Se questo è un uomo"  di Primo Levi.