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20 novembre 2018
13:26

La Regione ai capitani di impresa che hanno investito in Toscana: raccontate la sua attrattività

FIRENZE - La Toscana lancia una rete di ‘consiglieri' nel mondo dell'attrattività toscana. E' la prima esperienza del genere in Italia, anche se all'estero esempi simili già ce ne sono. Solo per restare nel continente europeo, il governo scozzese ha creato infatti la rete "GlobalScot", formata da 650 soggetti che operano in cinquantuno diversi paesi e si occupano di internazionalizzazione, in entrata e uscita. L'Irlanda ha dato vita a "ConnectIreland".

La Toscana punta ad una ventina di capitani d'impresa, ma anziché ‘Tuscany ambassadors', per non creare confusione con la diplomazia (vera) che è nazionale o considerare la Toscana come un semplice marchio, è stata preferita non casualmente la parola ‘advisors', che è qualcuno che suggerisce e dispensa consigli. Quello appunto che i Tuscany Business ‘Advisors' dell'attrattività toscana sono invitati a fare nelle comunità di affari che già frequentano a livello nazionale ed internazionale.

I primi quattro erano già oggi a Firenze, all'evento all'interno di Toscana Tech, la due giorni tecnologica in cui si parla di innovazione e industria 4.0, in cui si è discusso di attrazione di investimenti (ma anche di reshoring) e dove la nuova iniziativa è stata annunciata e presentata dal presidente della Toscana, Enrico Rossi. Sono Charlie MacGregor, fondatore e CEO di "The Student Hotel", Davide Papavero, global industrial director per la Global Business Unit Soda Ash e Derivati (già direttore del polo industriale di Rosignano Solvay), Vincenzo Poerio, già AD Azimut Benetti Yachts e Presidente del Distretto nautico e della Portualità della Regione Toscana ed Elena David, membro del CdA di Fideuram – Intesa Sanpaolo (già AD di Una Hotels e Valtur). Altri tre, non presenti, hanno già accettato l'invito. Ulteriori saranno reclutati nelle prossime settimane e mesi.

Non è da oggi che la Regione si occupa di attrarre investimenti da fuori Toscana e offrire una bussola agli imprenditori che vogliono accrescere o spostare qui le loro attività. "Invest in Tuscany", l'ufficio della Regione che ha il compito di dare risposte veloci, risolvere i problemi e diventare un punto di riferimento per chi in Toscana vuole investire e per chi vuole crescere, è nato nel 2010 e fa capo direttamente alla presidenza della Regione. Lo scopo era quello di aiutare le imprese a farsi strada nella ragnatela della burocrazia. Tra il 2015 e 2016 la struttura si è rafforzata ulteriormente, pur rimanendo snella, ma diventando un punto di riferimento anche per i Ministeri, l'Ice e la Conferenza Stato-Regioni.

Vi lavorano meno di dieci persone. Ma i risultati non sono mancati: 10 accordi di programma e 50 protocolli di intesa firmati negli ultimi anni (ed altri in arrivo), un numero crescente di progetti seguiti (35 del 2015, 85 del 2017 e 76 fino ad oggi nel 2018), i riconoscimenti tra cui quelli del Financial Times per la strategia di attrazione degli investimenti. Senza mai dimenticare che la Toscana è terra di piccole e medie imprese e creando dunque opportunità anche per loro: per l'accesso ai mercati, all'innovazione, alle reti di approvvigionamento e distribuzione globali, così come per imparare a prevenire chiusure e delocalizzazioni.

In tanti in Toscana hanno investito negli ultimi anni: a due miliardi di euro ammontavano i capitali intercettati dall'estero dal 2012 al 2015, con una mediana di circa 400 milioni l'anno nella passata legislatura. Una crescita del 25 per cento rispetto ai primi anni Duemila,con un trend superiore a quello italiano. Circa cinquecento sono le multinazionali presenti nella regione (come investitori, le società sono anche di più e superano le seicento), più di quattro su cinque sono straniere e un centinaio americane, impegnate in più settori.

Oggi parte una nuova sfida, per continuare a generare opportunità e far crescere gli investimenti esterni in Toscana. E chi meglio, per portarla avanti, di quanti la Toscana l'hanno scelta per i loro affari: perché baricentrica rispetto a tutto il Mediterraneo, per la bravura delle piccole e medie imprese, per le università e l'attività di ricerca, per una pubblica amministrazione finalmente collaborativa e  che sostiene ed aiuta gli imprenditori che creano lavoro. Oppure anche per altri motivi.

Why not in Tuscany? I compiti dei 'consiglieri'
I Tuscany business advisors, donne e uomini espatriati in Italia o all'estero, saranno suggeritori a due vie: ai potenziali investitori e al presidente e alla giunta con proposte su come eventualmente migliorare politiche e strumenti di attrazione. Il loro sarà un ruolo informale ed onorario, che non prevede compensi o rimborsi ma solo il piacere di contribuire ad aumentare visibilità ed opportunità per la Toscana.

Saranno cooptati in modo semplice, attraverso una lettera di invito del presidente della Toscana e una risposta da parte del destinatario. Con una sola richiesta: raccontare a margine della propria attività la regione in Italia e all'estero in base alla propria esperienza diretta, soprattutto riguardo alle eccellenze in campo scientifico, tecnologico, produttivo o ancora quale destinazione per investimenti di altri settori. Raccontare la Toscana come luogo ideale dove investire, studiare, soggiornare, creare un'impresa o vivere.

Potranno essere anche un potente passaparola di opportunità, segnalate dalla Regione, legate a possibilità di insediamento o di sviluppo nell'ambito di più settori. E per svolgere al meglio questo compito sarà loro messo a disposizione un piccolo kit informativo, potranno avere un canale diretto con l'ufficio "Invest in Tuscany" ed una volta all'anno saranno invitati ad un incontro,  tutti i 'tuscany business advisors insieme, per scambiarsi informazioni e fornire suggerimenti alla Regione. Un'iniziativa e una rete che guarda al futuro e si inserisce nel solco di una regione europeista e connessa con il mondo.