24 gennaio 2012
13:49

La Shoah nel confronto storiografico: il punto a Firenze

FIRENZE - "Sulla Shoah le conoscenze sono oggi assai pi capillari anche solo rispetto a dieci anni fa ed enormi le possibilit di accedere agli archivi, ma resta forte lo iato con il livello divulgativo: la scuola lo spazio in cui concentrare tutte le energie. Anche perch l'incendio continua a covare". Cos , in un messaggio video, lo storico fiorentino Enzo Collotti in apertura della prima sessione, quella dedicata al dibattito storiografico, nel convegno ("Shoah, modernit e male politico") organizzato a Firenze da Regione Toscana in sinergia con il Forum per i problemi della pace e della guerra.

Intervistato da Giovanni Gozzini, presidente della prima sessione, e in questi giorni proprio in Germania per un'altra iniziativa del genere, Enzo Collotti partito dalle novit che stanno continuando ad emergere dopo l'apertura degli archivi della ex Unione Sovietica e che influenzano, anche in Germania, il pi recente dibattito sulla "soluzione finale".

Emerge ad esempio che buona parte del vertice di SS e Gestapo era costituito da personale di rango accademico: antropologi, giuristi, architetti, studiosi di scienze sociali. Tutti consapevoli di ci che si stava facendo ("Non c' reticenza - ha aggiunto Collotti - di fronte all'idea di uccidere milioni di persone per una missione epocale che avrebbe dovuto cambiare la natura del continente e creare nuove elites dirigenti immuni da ogni inquinamento").

Portando infine il ragionamento sulle responsabilit italiane, ad esempio nel colonialismo in Libia, Enzo Collotti ha sottolineato come "in questo nostro Paese tendiamo a perdonare troppo presto: il nostro perdonismo ci accusa".

Tre gli storici che hanno animato il confronto - introdotto da Alberto Tonini, presidente del Forum - rispondendo infine alle risonanze di Gianpasquale Santomassimo e Simone Duranti: il tedesco Christoph Schminck-Gustavus (Universit di Brema) e gli statunitensi Omer Bartov (Brown University) e Christopher Browning (University of North Carolina).

Tutta giocata sui processi di "de-nazistificazione" nella Germania del dopoguerra, la relazione del docente tedesco che partito dal giuramento reso dai magistrati ad Hitler nel 1933 ("Da allora in poi l'immagine di Hitler appesa in tutte le aule di giustizia e l'ubbidienza al regime assoluta") per esemplificare su specifiche archiviazioni di criminali nazisti nella Brema degli anni Cinquanta. Ma la Germania di oggi - ha specificato in conclusione - ha fatto passi giganteschi e mostra, sulla lezione della Shoah, una sensibilit enorme.

In gran parte dedicata al rapporto fra dinamiche belliche e sterminio degli ebrei la relazione di Omer Bartov ma anche, pi in generale, al legame guerra/genocidio ("Collegandolo con la guerra e dandogli obiettivi bellici, il genocidio molto pi facile da coprire anche se le vittime sono donne e bambini"). Mentre Christopher Browing ha sviluppato il rapporto fra sterminio e "modernizzazione" dell'impero tedesco.

Il convegno di Regione Toscana - proseguito in sessione pomeridiana sul significato avuto dall'Olocausto, e dalla sua memoria, sull'identit occidentale - continua domani: la mattina con una analisi sul processo in base al quale la Shoah diventata "l'emblema stesso del male politico" e il pomeriggio sulle forme contemporanee del razzismo.

"Star" indiscussa della mattina di domani Zygmunt Baumann.