Cultura
12 ottobre 2017
17:56

La Toscana è la regione in Italia con l'offerta culturale più diffusa

LUCCA - Cultura e democrazia, cultura e partecipazione, cultura e economia anche. Ma come si misurano la cultura e l'offerta culturale? Lo si può fare contando ad esempio biblioteche, luoghi di spettacolo, musei, monumenti e siti archeologici, filarmoniche e scuole di musica. E il risultato, forse non sorprendente ma tale è, è che la Toscana è da questo punto di vista la regione in Italia con l'offerta complessivamente più diffusa. Davanti a Emilia Romagna, Sicilia, Puglia e Umbria.

Lo racconta al LuBec di Lucca, cantiere di confronto sul sistema culturale del Paese, Sabrina Iommi, ricercatrice dell'Irpet, che è l'istituto di programmazione economica della Toscana.

I dati, raccolti assieme a Donatella Marinari, sono la sintesi di una fotografia che si riferisce al 2015 e che racconta come l'istruzione in fondo influenzi i consumi culturali più del reddito – anche se la disponibilità economica ha una sua correlazione – e come la democrazia chiami partecipazione e cultura (e viceversa). L'unica nota negativa, come mette in evidenza Mariella Volpe dell'Agenzia per la coesione territoriale, è semmai che l'Italia è al 35esimo posto tra i trentasette paesi del Consiglio d'Europa per investimenti in cultura – dietro solo Albania e Turchia – con un autentico crollo della spesa negli anni Duemila.

L'offerta culturale in Toscana

Ma i numeri appunto. Ed eccoli. In Toscana si contano 979 biblioteche aperte, di cui quasi un quarto civiche o comunali, quattrocento scuole di musica e 132 filarmoniche. Oltre 191 mila sono posti tra cinema, teatri ed altri spazi di spettacolo, disseminati in 425 luoghi diversi I musei assommano 534, 35 i siti archeologici, 112 i monumenti e 23 gli ecomusei che, con i centri scientifici-culturali e i centri espositivi, fanno 746 strutture ed oltre 24 milioni di spettatori. 

Non tutti i comuni hanno tutto di tutto: cinema, teatri e filarmoniche sono gli indicatori con il maggior numero di aree bianche sulla mappa. Ma se si guarda alle distanze, alla fine solo lo 0,1 per cento della popolazione toscana non dispone di una biblioteca o di un museo che non sia raggiungibile in mezzora e poco di più, lo 0,3 per cento per i teatri e i cinema.

Non esiste dunque un problema di accessibilità geografica (se non in pochissimi casi), sottolineano le ricercatrici dell'Irpet. In Toscana si "consuma cultura" a livelli medio-alti, pur non raggiungendo i Paesi europei più sviluppati. Non si consuma invece per scarso interesse e mancanza di tempo: una barriera culturale, dunque. Per la presenza di molte piccole strutture, annotano ancora all'Irpet, ci possono invece altri problemi: la difficile armonizzazione a volte degli standard, la mancata realizzazione di economie di scala ed un utilizzo non sempre efficace delle risorse disponibili.

Le Slides di Irpet

http://webrt.it/31ra