Salute
13 settembre 2016
15:41

Lotta contro la sepsi, Saccardi: "La Toscana c'è"

FIRENZE - "Distribuire conoscenze e competenze per la lotta alla sepsi". Questo il titolo del convegno che si è svolto oggi nell'Auditorium di Santa Apollonia in via San Gallo in occasione della Giornata mondiale della sepsi, una delle malattie mortali più comuni e che colpisce con la stessa virulenza sia nei paesi a basso reddito che in quelli più sviluppati.

L'iniziativa, cui hanno partecipato i principali esperti del settore a livello regionale e nazionale, è stata organizzata dal Centro gestione rischio clinico diretto da Riccardo Tartaglia - settore cui nel maggio scorso è stato attribuito il Global Sepsis Award 2016 -  insieme al Servizio sanitario toscano e all'Agenzia regionale di sanità. Dal convegno fiorentino, articolato in varie sessioni e tavole rotonde sui punti chiave per la lotta alla sepsi, è stato rilanciato anche l' appello della Global Sepsis Alliance rivolto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite per far includere il tema sepsi fra i punti in discussione alla prossima assemblea generale prevista nel 2017.

In Europa si verificano circa 400 casi di sepsi su 100.000 abitanti ogni anno, un'incidenza che supera quella dell'infarto del miocardio e dei tumori, con una percentuale del 51 per cento che si origina all'interno delle strutture ospedaliere e delle aree mediche. In Italia si stima che ci siano 60.000 morti all'anno per sepsi. Per la Toscana il dato sulla mortalità è del 36% sui circa 10.000 casi che si sono verificati nel 2015.

"La sepsi - afferma l'assessore Stefania Saccardi - può colpire chiunque senza distinzione di età, sesso, condizioni di salute anche se sono più esposte le persone con ridotte difese immunitarie, anziani e bambini. Se la sepsi, che purtroppo è in crescita, viene riconosciuta tempestivamente e trattata subito possono essere salvate molte vite. Per questo un percorso sanitario per la lotta alla sepsi organizzato secondo i principi ergonomici per la qualità e la sicurezza del paziente può fare la differenza. E vanno incentivate conoscenze e competenze in questo ambito. E' quanto sta facendo la Gestione rischio clinico che ha ottenuto anche un prestigioso riconoscimento internazionale per la capacità mostrata nel generare e promuovere eccellenti iniziative e programmi formativi per la lotta alla sepsi, centrati sui fattori umani e la sicurezza del paziente".

"Per curare la sepsi con risultati positivi occorre lavorare in team - sottolinea  Riccardo Tartaglia, direttore del Centro gestione rischio clinico – perché per intervenire su una malattia così grave servono le competenze di più professionisti. E' pertanto necessario – mediante una formazione che faccia leva su simulazioni – sviluppare tale attitudine a lavorare insieme, soprattutto nelle urgenze. Ed è fondamentale, per una identificazione precoce che può fare la differenza, anche diffondere la cultura della prevenzione della sepsi al pubblico generico, come raccomandato anche dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta (Usa)".

Cosa fa la Toscana contro la sepsi
Tra i punti principali dell'impegno della Regione Toscana contro la sepsi c'è il fatto che il percorso sepsi, elaborato dalla Gestione rischio clinico, costituirà un requisito di accreditamento regionale. Come premessa c'è ovviamente la raccolta dati, effettuata in collaborazione con ARS. Ma un ruolo centrale riguarda l'aspetto formativo: nel maggio 2016 è iniziato un programma di formazione degli operatori nell'area vasta centro e nord ovest che si concluderà a dicembre anche nell'area vasta sud est. Nel frattempo è stato anche definito un percorso formativo multidisciplinare a distanza, tema su cui anche a livello nazionale si sta ponendo molta attenzione in collaborazione con le principali società scientifiche (SIAARTI,SITI, FADOI, SIMEU).

Nel corso della iniziativa regionale per la Giornata mondiale per la lotta alla sepsi ampio spazio è stato dedicato alla medicina narrativa ed alle storie dei pazienti con la proiezione della lettura teatrale "Quei giorni senza tempo", storie di sepsi dalla terapia Intensiva raccolte da Isabella Fedrigotti e Maurizio Cucchi all'interno del 10° forum sul risk management.