Diritti
7 aprile 2011
9:00

Palazzuolo (Ar), 50 in canonica. Lavano e puliscono, sognano un lavoro

PALAZZUOLO (Ar) - Palazzuolo una manciata di case, una piccola frazione (su internet si legge che vi abitano 27 anime, ma risultano un po' di pi ), poche decine di persone che vivono nella campagna, fra boschi di querce che si intercalano ad oliveti e vigneti, sulle colline di Monte San Savino. Da Arezzo, il capoluogo di provincia, ci sono 35 chilometri. Vicino il Castello di Gargonza e il suo borgo, oggi sede di convention e convegni, agriturismo di lusso in un paesaggio collinare punteggiato di case vacanza, m ta ambita di tanti stranieri in cerca del sapore di Toscana.

 

 

Su queste colline il borgo che accolse Dante e gli esuli ghibellini nel 1304

Luoghi ricchi di storia, che di esuli ne han visti tanti, a cominciare dal Ghibellin fuggiasco, quel Dante Alighieri, ghibellino, che nel 1304 proprio a Gargonza partecip alla riunione degli esuli fuoriusciti da Firenze. Palazzuolo l , sulle stesse colline, sulla stessa strada, pochi chilometri pi avanti.

 

"Va' a Palazzuolo? Ma ci sono i Tunisini...per la Regione ha fatto bene a far cos "

In mezzo alle curve mi fermo, vedo un signore di mezza et in tuta da jogging: "Scusi, vado bene per Palazzuolo?" "Si, tre curve pi avanti. Ma l ci sono i Tunisini." "S , l che vado." "Ma lei chi ? Un privato?" "No, sono della Regione." "Ah, guardi, io non sono di quelli "rossi", per alla fine credo che la Regione abbia fatto bene a fare cos . L'importante che restino poco."

 

Sorveglianza rigorosa ma discreta e un mix di volontariato e pubblico

Fatte le tre curve, arrivo. Sulla mia sinistra un gruppetto di case, un ristorante. Di fronte una chiesa e la canonica, quasi una villa, in bello stile toscano. Nel piccolo piazzale ci sono ambulanze, mezzi della protezione civile, la Guardia di Finanza. Nel pomeriggio ci sar il cambio della guardia con la Polizia di Stato. Mi identificano, la sorveglianza discreta ma rigorosa. La prima stanza a piano terra serve da "base operativa" per la Protezione civile e i volontari.

 

La "casa" della Diocesi che ospita ritiri di scout e parrocchie

Qui mi raccontano come funziona l'accoglienza a Palazzuolo, che una struttura della Diocesi, recentemente restaurata e usata dalla Diocesi stessa per i ritiri delle parrocchie, per ospitare gruppi scout e anche per gruppi vacanza che vengono dall'estero. Dopo l'accordo fra il ministro dell'interno Roberto Maroni e il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, la vicepresidente della provincia di Arezzo che ha anche la delega al sociale, Mirella Ricci, si attivata per coordinare tutti i soggetti che partecipano all'accoglienza: protezione civile, consulta provinciale del volontariato, Usl, Caritas, Arci, Oxfam Italia,  Croce Rossa, oltre alla stessa Diocesi. Una simbiosi che funziona fra enti pubblici, protezione civile e volontariato sociale.

 

Letti pronti, la doccia e una colazione calda

Un lavoro di squadra che in poche ore ha permesso di far arrivare federe e lenzuola, allestire le camere e far giungere un po' di cibo. Alle 6,30 del mattino di marted 5 aprile il pulman con i 50 migranti destinati a Palazzuolo, tutti uomini di et compresa fra i 20 e i 47 anni, arrivato. Erano tutti stremati dal viaggio, dalla stanchezza accumulata in tanti giorni di banchina a Lampedusa, dall'avventura in mare fra le coste tunisine e quelle italiane, e anche dalla fame. Erano molte ore che non mettevano nulla sotto i denti.

Chi si buttato subito sul letto, chi si fatto una doccia, chi ha chiesto: "ma dove la Toscana"? Dopo un po' di riposo e il passaggio in bagno, dove i volontari avevano gi sistemato bagno schiuma, dentifricio, sapone da barba, rasoi e spazzolini per ciascun migrante, finalmente alle 8 arrivata la colazione.

 

"Puliamo noi, qua lo straccio"

"Dopo la prima colazione mi raccontano i funzionari e i volontari abbiamo spiegato le regole della casa e chiarito che da ora in poi avrebbero dovuto provvedere da soli alla pulizia. Risposta: "certo, dateci subito lo straccio." Cos tengono pulito, le camerate, il bagno, la cucina, gli effetti personali." "Poi continua il funzionario della protezione civile che fa da referente e da coordinamento ci siamo accordati sul fatto che non dovevano allontanarsi, rimanere nel prato nel piazzale della canonica, ma non oltre il confine del piazzale."

 

"Meglio loro dei motociclisti che scorrazzano quass "

Anche i media hanno fatto un buon lavoro, nonostante qualche titolo "strillato". "S confermano i funzionari che lavorano qui dopo i primi articoli e i Tg locali, la gente si tranquillizzata. Era nato un comitato di residenti che aveva raccolto 47 firme, erano preoccupati perch avevano visto le immagini di Lampedusa e quelle di Manduria. Niente di clamoroso, niente striscioni o blocchi, volevano informazioni, hanno chiesto sicurezza e notizie su quanto sarebbe durato il soggiorno. Poi hanno visto che la sicurezza c' , che tutto tranquillo e alcune persone del posto hanno anche portato sacchi di abiti, mentre una signora ha detto: "meglio loro che quelli che vengono con le moto." Sa, questa strada molto percorsa da motociclisti."

E infatti poco dopo un gruppetto di 6-7 moto con i relativi centauri fa sosta a margine del piazzale.

 

C' anche il dottore. Tutti in buona salute, molti mal di gola per le notti all'addiaccio

Dopo i primi momenti, in cui tutto stato allestito in fretta, la vita a Palazzuolo si scandisce su ritmi quasi domestici, fra colazione, pranzo, partita di calcio per ammazzare l'attesa e cena. Ci sono i turni di pulizia e chi lava gli indumenti, stesi ad asciugare alle finestre e sulla lunga ringhiera che attraversa il prato posteriore alla casa. Arriva anche il dottore con l'auto medica. Una decina sono stati visitati: la patologia prevalente il mal di gola. Dopo le notti all'addiaccio in mare e sull'isola di Lampedusa non c' di che stupirsi.

 

La volontaria marocchina e il nipote. Ora fa tutto Selim

I primi due giorni sono arrivati spontaneamente anche una signora marocchina, che fa volontariato a Sansepolcro, e suo nipote. "Sono stati fondamentali raccontano i funzionari della protezione civile perch non hanno fatto solo da interpreti ma hanno intuito i bisogni, oltre a fare una vera e propria opera di mediazione culturale." Ora tocca a Selim, uno dei migranti che parla francese, e si divide per tutte le operazioni che hanno bisogno di traduzione. Arriva il dottore, ma chi spiega dove sente male e che sintomi ha il paziente di turno, se non c' Selim? Arrivano le lenzuola pulite, ma chi spiega agli altri che devono togliere le vecchie dal letto e ammassarle al piano terra e poi rifare i letti? Selim. Arrivano i lacci delle scarpe, che erano stati tolti il primo giorno senza che si sia mai capito bene il perch , ancora Selim a dirlo ai compagni.

 

Il viaggio in mare da Gabes. In 25 hanno comprato un barcone

Selim mi racconta che viene da Gabes, una localit nel sud della Tunisia. Dei 50 tunisini che sono qui, circa la met , 25 sono come lui di Gabes, che sul mare, vicino a Djerba. Ha fatto la scuola alberghiera e lavorava come receptionista in un albergo, proprio a Djerba. Ha una moglie e due figlie piccoline, una di 2 anni e l'altra di sei mesi. Le ha lasciate con il suocero. Lui scappato con gli altri, hanno comprato un barcone e si sono messi in mare. Quanto hanno pagato? 2500 dinari, per ciascuno, circa 1200 euro e sono partiti. Ci sono volute 36 ore di mare per arrivare a Lampedusa. Avete avuto paura? Annuisce. "Ci siamo persi sussurra - avevamo il Gps, ma ci siamo persi." Perch sei scappato? "Ben Al se ne andato, ma la sua "mafia", il suo gruppo dirigente c' sempre, c' l'incertezza pi totale, non c' lavoro, tutto chiuso, anche la fabbrica inquinante che stava vicino a casa mia. E poi ci sono gli spari, sopratutto di notte. Non sai mai da dove pu arrivare la cartuche. Nessuno ha pi fiducia in nessuno."

 

A Parigi? Forse, ma vorrei sopratutto una vita normale

Che vorresti fare? "Una vita normale, tornare ad avere fiducia. Si ho dei parenti a Parigi, ma non quella la cosa pi importante, vorrei vivere tranquillamente. Far vivere tranquillamente mia moglie e le mie figlie. Insciallah." Quanto sei stato a Lampedusa? "Due settimane". E come era? "Un disastro". Dove stavi? "Sul porto". Ma dove? "Sulla banchina". Lo chiamano per far da traduttore con il medico che intanto tornato a fare le visite. E cos , siccome anche la volontaria dell'Arci che parla francese lo segue, esco nel piazzale e provo a parlare con gli altri. Viene fuori un buffo colloquio, fatto di sorrisi, un po' di francese e un po' di inglese, e anche qualche parola di italiano. Si capisce che hanno voglia di parlare, di comunicare. Ma difficile farsi dire anche i nomi, perch non sempre riesco a capire. Cos chiedo cosa fanno, il loro mestiere nella vita.

 

Pescatore, imbianchino, saldatore....

Il primo a rispondermi il pi vecchio del gruppo, ha 47 anni e sembra scusarsi di questo. Credo che si chiami Fathi, ma non sono sicura. Che mestiere faceva? Il pescatore. Continua a sorridermi e ora che lo guardo meglio vedo che ha pure la maglietta a righe bianche e blu: la divisa da pescatore. Io fumo una sigaretta. Fumano anche gli altri, ne ho un gruppetto attorno. Da dove venite? Da Gabes, ma anche da Tunisi, Sfax, Madhia, Bizert. Che lavoro fate? L'imbianchino, il panificatore, l'elettricista, l'autista, il meccanico, l'addetto alla boulangerie in un hotel, un altro lavorava con i caterpillar e poi c' il saldatore. Ripete la parola "saldatore". Forse vuole fissarsela in mente per quando cercher lavoro. C' lavoro qui? Mi chiedono. Rispondo che c' la crisi.

 

Ti chiami come Laura Pausini!

Mi chiedono: "Come ti chiami?" Laura. "Ah, bello. Come Laura Pausini!". State bene qui? "Si, bene, grazie a Dio." E poi aggiungono, in Italiano: "Dormire va bene, polizia va bene. Il bagno va bene, mangiare va bene." "Anche tu, vai bene". Sono distribuiti in camerate, tutte hanno il bagno con la doccia. A Lampedusa? "A Lampedusa dormire in strada, mangiare in strada, bagno in strada, doccia in strada. Tutto in strada. Polizia: loro pochi, noi tanti, non bene. Maccaroni: non buoni." Storcono il naso e accennano a disturbi di pancia. Molti raccontano - si sono sentiti male.

 

"Basta pastasciutta, dateci il pane e una zuppa"

Ma sopratutto non ne potevano pi di pasta e riso. "A pranzo riso, la sera pasta. Sempre". E loro, che non sono abituati a tanta pasta, hanno chiesto, appena arrivati, di cambiare il men , di avere il pane e magari una zuppa. Accontentati. Oggi arrivato un hamburger per ciascuno e un piatto di fagioli. Domani ci sar pesce alla marinara e zuppa di piselli. Poi spezzatino di tacchino e carote per cena. Per sabato petto di pollo alla piastra e pur di patate, alla sera formaggio e pomodori. E infine domenica: pollo arrosto e patate al forno, e la sera pesce e fagioli. A preparare i pasti la cucina dell'ospedale di Arezzo.

 

Nel telefonino il video con le sparatorie

Un altro giovane mi fa cenno di avvicinarmi. Mi mostra il suo telefonino, dove ha registrato un video che vuol farmi vedere. Non riusciamo a capirci, non so nemmeno come si chiama, perch lui parla arabo e io l'arabo non lo so, ma le immagini e i suoni di quel video sono eloquenti. Si vedono le strade di una citt , all'imbrunire, si sentono gli spari e si vedono le luci. Il video dura una decina di minuti e per tutto il tempo si sentono spari. Ecco, hai capito perch siamo scappati?

 

Con Mohammed parliamo di Annibale e la battaglia del Trasimeno

Infine parlo con Mohammed, che ha 25 anni e lavorava in un albergo a Djerba. Ci capiamo con qualche parola di inglese e un po' di francese. Lui non sposato, ma gli piacerebbe. Mi parla dei Berberi, gli "uomini blu" che vivono nel suo paese. Racconto che una volta ho fatto anche io un viaggio in Tunisia. Mi chiede dove, parlo di Cartagine, che vicino a Tunisi. Ah, Annibale. Gi Annibale. Anche lui era Tunisino....pardon, Cartaginese. E cos mi viene in mente che Palazzuolo non lontano da quel Lago Trasimeno dove molti secoli fa i Romani le buscarono severamente in battaglia da parte dei Cartaginesi e di Annibale. "I vostri antenati ce le hanno date di santa ragione" racconto e lui ride.

 

"Nel mio paese non si pu guardare negli occhi un poliziotto"

Prima di andarmene saluto e ringrazio per la cortesia il capo pattuglia della Polizia di Stato. Anche lui mi racconta una cosa che gli rimasta impressa. Uno dei giovani si fermato a parlare con lui, lo ha guardato negli occhi. Poi sorpreso gli ha detto: "Ma tu parli con me e io posso guardarti negli occhi." "Certo risponde il poliziotto che c' di strano. Anzi, io sospetto semmai di quelli che non mi guardano negli occhi, perch sono quelli che spesso hanno qualcosa da nascondere. Perch mi dici questo?" "Perch in Tunisia guardare un poliziotto negli occhi significa fare una "provocazione" e si finisce in galera senza complimenti".

 

Due sacchi di abiti. Li ha portati una signora di Palazzuolo

Arriva una signora con due sacconi di vestiario e chiede dove pu consegnarli. Di dove signora? "Abito qui da molti anni, sono originaria di Bolzano." Poi le viene un dubbio. "Mah, vedo che sono tutti ragazzi, vestono in jeans, forse gli abiti che ho portato sono un po' troppo formali per loro." "Ma no, forse andranno bene per quando andranno a cercare lavoro." E non la sola a portare gli abiti, nei giorni scorsi altri li hanno portati.

 

Devo andare, saluto tutti, e loro mi ricambiano. Palazzuolo una casa che ospita spesso gli scout, loro sono migranti. "Buona strada!".