Istituzioni
23 luglio 2019
16:46

Parifica della Corte dei Conti, Rossi: "Assunte scelte per far risparmiare i toscani e difendere l'economia"

FIRENZE - Disco verde della Corte dei Conti al bilancio 2018 della Regione Toscana. I giudici si sono riuniti stamani  a Firenze – la cerimonia si è svolta in una sala dell'Accademia delle Belle Arti -  ed hanno deliberato la parificazione del rendiconto regionale, confermando dunque la salute e il buono stato dei conti dell'ente che valgono oltre 10 miliardi di euro entrate ed altrettanti in uscita. 

La Corte ha evidenziato alcune criticità riguardo soprattutto l'entità del disavanzo, che comunque si è ridotto di un terzo in un anno, l'indebitamento frutto degli investimenti passati in sanità, la situazione di alcune partecipate: rilievi a cui ha risposto, nel corso dell'udienza, lo stesso presidente della Regione Toscana Enrico Rossi spiegando e difendendo le scelte fatte, numeri alla mano, ma assicurando che le considerazioni della Corte saranno comunque prese in esame, come è stato del resto in passato all'interno di un rapporto positivo di collaborazione reciproca.

Quando il disavanzo diventa risparmio
Rossi prova ad andare anche al di là di alcune tecnicismi. "Quello che si chiama oggi disavanzo fino al 2015 veniva più correttamente indicato come debito autorizzato e non contratto e si capiva forse meglio di cosa effettivamente si trattasse – riassume – Cosa ha fatto la Regione Toscana? Ha scelto semplicemente di pagare tre miliardi e mezzo di investimenti non ricorrendo ai mutui già autorizzati ma pagando ‘cash', con le risorse in cassa. In questo modo abbiamo fatto risparmiare ai toscani almeno 1 miliardo e 300 mila euro di interessi e mi sento dunque di difendere la scelta, oltretutto con un indebitamento procapite di 508 euro l'anno contro i 1.074 di media tra tutte le Regioni". "Poi – prosegue  Rossi -, dopo il 2015, le norme sono cambiate e non l'abbiamo più potuto fare".

Tasse nella media, servizi al di sopra
I conti nel frattempo sono migliorati. Il disavanzo di amministrazione, che nel 2015 era di 3,5 miliardi, è passato nel 2018 a 2,26 miliardi. "In sei anni ammortizzeremo completamente gli investimenti" conclude. "Abbiamo anche migliorato - ricorda Rossi -  il risultato di esercizio. Abbiamo rispettato i vincoli del pareggio di bilancio, anzi abbiamo fatto meglio, senza peraltro utilizzare la leva fiscale oltre la media delle altre regioni. Non abbiamo mai messo le tasse al massimo per pagare la sanità, come hanno fatto in Lazio e persino in Veneto e in Piemonte, e non lo faremo mai. Recuperiamo ogni anno 150 milioni di evasione fiscale. Abbiamo potuto contare pure su una buona cassa, 1 miliardo su un bilancio ‘ristretto', cioè al netto di sanità e fondi europei, che vale 1 miliardo e 350 milioni.  E questo mi sembra un ulteriore elemento di salute dei nostri conti e di buona amministrazione: meglio di tante aziende".  "Con servizi non sanitari pari alla Lombardia, come certificato dalla Luiss – aggiunge il presidente   - e la sanità al top insieme al Trentino, come afferma l'università di Tor Vergata".

Certo rimangono  margini ancora per migliorare: ad esempio sui tempi di pagamento. L'Ente Regione è virtuoso da questo punto di vista, un po' meno il sistema sanitario. "Nell'ultimo anno abbiamo però accorciato il ritardo della sanità da 120 medi dalla data di fattura a meno di 100 giorni – replica il presidente - . Non sono ancora i 60 previsti dalla legge, ma se lo Stato ci desse i 480 milioni che ci spettano ancora per gli esercizi passati forse saremmo già un pezzo avanti".  

Fidi Toscana e l'Interporto di Livorno
La riduzione delle risorse pubbliche ha pesato e complicato molte situazioni. "I rilievi della Corte – dice Rossi, riferendosi in particolar modo agli appunti sulle partecipate, su Fidi Toscana e sull'Interporto di Livorno ma anche sulle Terme di Montecatini -  sono legittimi e giusti, ma noi dobbiamo tenere conto anche dell'economia della Toscana. Non possiamo necessariamente procedere a chiudere un'attività se questa non dà un profitto immediato".

"L'intervento sulla società Interporto ha consentito di evitarne la chiusura e dunque la perdita di tanti posti di lavoro, che invece ora stanno crescendo – spiega - .  Non si possono socializzare le perdite e privatizzare quando arrivano i guadagni".   

La Corte ha sollevato perplessità anche riguardo alla situazione di Fidi Toscana, la finanziaria partecipata dalla Regione.  "L'istituto  - la difende Rossi -  ha aiutato in questi anni nell'accesso al credito quindicimila  imprese, che, troppo piccole, avevano difficoltà nell'ottenere prestiti dalle banche. Ha svolto dunque un grande ruolo e le difficoltà e perdite evidenziate dalla Corte sono quelle di qualsiasi altro istituto bancario in una congiuntura come l'attuale, dopo gli anni della crisi".

Regione verificherà consulenze delle partecipate
Il presidente ricorda nel corso del proprio intervento pure i risultati conseguiti sul contenimento della spesa del personale,  a partire dalla riduzione del numero di dirigenti e direttori. Quanto alle consulenze di alcune partecipate, considerate dalla Corte fuori misura in considerazione della situazione finanziaria delle stesse, Rossi ha detto che ci saranno verifiche e, nel caso,  un intervento poi per sanzionarle. "Di certo in Regione consulenze onerose non ce ne sono – ha terminato - . Da noi ci sono solo collaborazione gratuite".