Diritti
28 novembre 2016
18:20

Parità di diritti, non si ferma il percorso contro le discriminazioni per sesso e genere

FIRENZE - Ne è passato di tempo dal 2004, quando la Regione Toscana approvò una legge pionieristica in materia di diritti delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale o dalla loro identità di genere. La legge 63, che riprendeva i principi dello Statuto regionale, fu pesantemente limitata dall'intervento della Consulta, ma è rimasta un baluardo di civiltà e difesa dei diritti civili, ed ha consentito la messa in atto di alcune piccole, ma significative azioni.

Da allora, la Toscana è rimasta sempre in prima fila in materia di politiche di inclusione e diritti di genere, come ha riconosciuto oggi la senatrice Monica Cirinnà, intervenuta si può dire quasi in qualità di "testimonial" all'incontro Orientati alla parità dedicato al percorso degli enti locali sulle discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere; presenti l'assessore alla presidenza Vittorio Bugli, Eleonora Ducci, vicepresidente della Provincia di Arezzo coorganizzatrice con la Regione dell'iniziativa, e Marco Giusta, assessore alle politiche delle pari opportunità del Comune di Torino, ricco del suo servizio LGBT legato alla rete RE.A.DY.

"Ma non possiamo certo rimanere fermi a compiacerci dei traguardi raggiunti, certo importanti come la legge sulle unioni civili – ha aggiunto Cirinnà -. Dobbiamo ampliare le reti di inclusione nei Comuni, soprattutto far crescere il dato di vissuto culturale dell'inclusione, senza cessare di avere davanti gli obiettivi dei matrimoni paritari e del riconoscimento di maternità. E sarà il giorno della "meravigliosa normalità" di unioni tutte uguali, senza più fare notizia, nelle sale dei matrimoni dei Comuni a dirci che abbiamo vinto, che i diritti sono di tutti perché così deve essere".

Concetti ribaditi nel  saluto portato dalla vicepresidente Monica Barni: "La  legge che porta il nome della senatrice, che ringrazio per l'apprezzamento dell'impegno delle amministrazioni toscane, è stata un grande passo avanti.  Finalmente anche l'Italia ha una norma che regola le coppie di fatto e le coppie dello stesso sesso. Certo, come riconosce lei stessa, la legge Cirinnà in realtà apre il percorso  verso la reale uguaglianza, ma è comunque un primo passo, un segnale importante, verso di essa".

"Se molta strada abbiamo ancora da percorrere – conclude Barni -, non dobbiamo farci spaventare da posizioni che, appellandosi all'obiezione di coscienza ed alla diversità di opinione, integrano in realtà gli estremi dell'omissione di atti di ufficio. E come tale debbono essere considerati, contrastandoli e chiedendo con forza l'adempimento della norma".