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18 maggio 2019
10:43

Pop Up Grosseto, undici delle venti vetrine rimarranno aperte dopo la sperimentazione

FIRENZE  - Uno su due. Anzi, qualcosa in più. A Grosseto si chiudono i cinque mesi di apertura agevolata nei fondi sfitti con cui si è cercato di rivitalizzare un luogo ‘difficile' della città. Ed il risultato è nettamente positivo: undici delle venti attività avviate a novembre 2018 rimarranno aperte.

Per l'assessore alla presidenza e alla sicurezza della Toscana - che ricorda come avere quartieri più vivi voglia dire anche avere strade e piazze più sicure, è il successo della collaborazione tra istituzioni, proprietari di fondi, esercenti, associazioni e cittadini, che in simili iniziative risulta fondamentale.  Favorire attività culturali e commerciali, anche temporanee, oppure riqualificare urbanisticamente le città, spiega, costituisce un pezzo delle politiche sulla sicurezza. E "Pop up Grosseto", che è uno dei dieci progetti pilota sulla sicurezza urbana che la Regione Toscana negli ultimi anni ha finanziato, ne è un esempio.

Il Pop Up termina; ma di fatto è solo l'inizio e il primo passo di una strategia di rigenerazione collaborativa: un esempio di rete che ha coinvolto tantissime realtà. Ed eccole le saracinesche che continueranno a rimanere sollevate. Ci sono l'"Emporio del rigattiere" e "Il mattarello" (che da via Montanara si sposta in via Mazzini). Rimangono aperti "Fake coma", "Citylab", "Hortus in urbe" e l'associazione "Atelier dei sogni" (che da via Ginori si trasferisce in via Fanti). E poi ancora "Jasmine Hassan fotografa", "Coccole bio", "Wooden beershop", "La casa del quartiere" e "Montieri alpaca".

Oggi sono stati consegnati a tutti gli attestati di partecipazione: a chi ha deciso di proseguire l'attività e a quelli che hanno scelto di interromperla, insieme ai proprietari dei fondi coinvolti senza la cui disponibilità Pop up non avrebbe potuto vedere la luce.

Il progetto, promosso dal Comune di Grosseto e realizzato in collaborazione con la cooperativa Sociolab e Fondazione Grosseto Cultura, prevedeva cinque mesi di affitto gratuito per venti9 attività, accuratamente selezionate tramite un bando di idee e insediate in altrettanti fondi sfitti nel centro storico. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un finanziamento regionale e all'impegno dell'amministrazione comunale che ha sostenuto il progetto con ulteriori risorse. Il tutto per un totale di circa 85mila euro. 


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