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21 settembre 2018
16:00

Rapporto criminalità organizzata, corruzione in Toscana: uno su venti dichiara di esserne rimasto vittima

FIRENZE - La corruzione oggi? Un sistema più fluido che in passato, raccontano i ricercatori della Normale di Pisa, governato più da faccendieri e 'falsi' professionisti che da politici.  Un toscano ogni venti confessa di essere stato corrotto o concusso (o quantomeno averne subito un tentativo durante la vita). Lo mette in evidenza un'indagine dell'Istat: nel 2015 e 2016 il 5,5 per cento delle famiglie toscane ha dichiarato di essere stata coinvolta almeno una volta, direttamente, in fenomeni corruttivi; e da questo dato parte l'analisi della Scuola Normale di Pisa, nel suo rapporto sulla criminalità in Toscana. Ma in Italia la media è ancora più alta (7,9%) e si tratta dunque di un numero positivo, così come in modo virtuoso la Toscana si discosta dalla media italiana riguardo i reati contro la pubblica amministrazione. L'anno preso in esame, in questo caso, è il 2016, con il peculato che appare il reato più diffuso.

Rispetto alla corruzione il settore urbanistico e del governo del territorio appaiono gli ambiti più vulnerabili, anche in Toscana. Pure la sanità è tra i più esposti, ma raramente si versano tangenti: la contropartita, rivela anora lo studio della Normale di Pisa, è più spesso quella di finanziamenti alla ricerca o di eventi, la sponsorizzazione o benefit personali.

Sempre il rapporto mette in evidenza come nella corruzione in Toscana spicchi il ruolo di imprenditori e professionisti, mentre la presenza di attori politici risulta marginale. In circa la metà dei casi analizzati i destinati di favori sono dipendenti, funzionari o dirigenti pubblici. Si tratta complessivamente, comunque, di numeri piccoli. Sono stati trentatré infatti gli eventi di corruzione in Toscana che la Normale evidenzia che sono stati oggetto di attenzione mediatica. Si sommano ai ventidue del precedente rapporto.

Il settore dei controlli, particolarmente in ambito sanitario ma anche del lavoro, fiscale ed ambientale, si conferma sede di una robusta convergenza di interessi illeciti. Nessuno coinvolgimento è emerso, nel 2017, di attori che appartenessero ad organizzazioni di stampo mafioso.

Cruciale appare il ruolo di avvocati, commercianti, ingegneri, architetti, medici, accanto ad imprenditori e dipendenti pubblici. Non si registrano nel 2016 e 2017 eventi di corruzione in Toscana che riguardano invece il settore urbanistico e il governo del territorio. Ma per i ricercatori della Normale si tratterebbe di un segnale ambiguo, che potrebbe nascondere un elevato grado di occultamento e la bravura nel non lasciare tracce in un ambito che rimane potenzialmente ad alto rischio di distorsioni e corruzione.

 

Documenti disponibili on line:
Il rapporto 2018 su criminalità organizzata e corruzione in Toscana
Sintesi del rapporto 2018 su criminalità organizzata e corruzione in Toscana

Consulta anche:
La prima edizione del rapporto, pubblicato nel 2017

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