Istituzioni
17 luglio 2018
19:54

Regionalismo differenziato, Bugli: "Più autonomia per fare meglio quello che sappiamo già fare bene"

FIRENZE - "Senza slogan, per fare ancora meglio le cose che abbiamo dimostrato di saper fare bene. Chiedere maggiore autonomia non è un modo surrettizio per diventare una Regione a statuto speciale, ma anzi un modo per rafforzare l'intera compagine dello Stato". L'assessore alle riforme istituzionali, Vittorio Bugli, ha sintetizzato così la proposta di regionalismo differenziato che la Toscana, in base all'articolo 116 della Costituzione, avanzerà al governo nazionale e che ha illustrato con una comunicazione al Consiglio regionale.

"E' un percorso importante quello che stiamo avviando – ha detto Bugli -, ma che non nasce oggi. Già dopo la riforma del 2001, la Toscana aveva intrapreso con il governo Amato la strada di una maggiore autonomia, nei settori delle politiche ambientali e dei beni culturali. Un processo che si bloccò per le scelte del governo successivo e che oggi, in una situazione profondamente mutata, riprendiamo".

"In questi ultimi anni – ha proseguito – sono stati chiesti grandi sacrifici alle Regioni: per contribuire al risanamento della finanza pubblica e al riordino di livelli e competenze istituzionali previsti, in particolare, dalla legge del Delrio, per le Province. La Toscana è stata in prima linea in questo lavoro, ma non sempre questo ruolo è stato riconosciuto a livello istituzionale. In questa fase politica – ha continuato – non pare ipotizzabile una nuova stagione di riforme istituzionali. Con quali strumenti, allora, è possibile rafforzare  l'assetto delle istituzioni centrali e locali? Una strada è rafforzare il ruolo della Conferenza Stato-regio e delle Conferenza unificata con gli Enti locali. Si può fare con una maggiore apertura, valorizzando l'uso della delega per costruire un sistema più flessibile senza modificare gli essetti istituzionali".

"E' in questo quadro – ha sottolineato Bugli – che nasce la proposta di regionalismo differenziato della Toscana. Non si regge sugli slogan tipo ‘le nostre tasse a casa nostra', fa i conti con la realtà dei conti pubblici e con la difficoltà a trovare risorse per sostenere le attività degli enti locali. Ma la Toscana ha le carte in regola. Ci facciamo carico della richiesta di avere più competenze dopo aver dimostrato di saper fare ciò che già la Costituzione e le leggi ci assegnano. Chiediamo più autonomia a partire da materie dove l'esperienza toscana si colloca a livelli di eccellenza per rilanciare il ruolo dell'Ente e per metterla a disposizione del Paese".

"Siamo per una lettura pienamente ‘costituzionale' dell'articolo 116 – ha concluso Bugli – per farne uno strumento di crescita dei diritti e di crescita economica, per essere più forti e competitivi, per un regionalismo di tutte le Regioni. E' di questo che già  dai prossimi giorni discuteremo con il governo".

Sono dieci le materie dove la Regione Toscana chiederà maggiori autonomia: salute, governo del territorio, ambiente, tutela del lavoro, istruzione e formazione, beni culturali, accoglienza dei richiedenti asili, autonomie locali, coordinamento della finanza pubblica, porti.