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19 luglio 2019
16:42

Relazione Antimafia, Bugli: "Anche la Toscana a rischio, ma si lavora per contrastare il fenomeno"

FIRENZE -  "Il contrasto alle infiltrazioni mafiose deve vedere impegnate le autorità di polizia e la magistratura, ma anche e soprattutto la politica, la pubblica amministrazione e la società intera". Così l'assessore regionale alla sicurezza dei cittadini e alla legalità Vittorio Bugli ha commentato la relazione semestrale della Dia che evidenzia il rischio che la Toscana possa essere un potenziale territorio di ‘espansione' per i capitali illeciti della mafia.

"La prevenzione e il contrasto delle mafie, soprattutto in un territorio a recente espansione come la Toscana necessitano innanzitutto di nuovi strumenti di riconoscimento del fenomeno, per rendere più efficace la loro azione" ha continuato l'assessore.
"La relazione della DIA - ha aggiunto - aggiorna un quadro per la nostra regione già chiaro in molti suoi aspetti: esiste un rischio di penetrazione criminale da parte delle mafie anche in Toscana. Questa penetrazione non usa gli strumenti classici dell'intimidazione, ma dei soldi facili, dei capitali illeciti, della corruzione pubblica e privata. Alcuni territori e alcuni settori dell'economia e della società toscana sono più esposti a questi fenomeni rispetto ad altri. Molti di questi aspetti sono già emersi nelle ricerche promosse dalla Regione in questi anni".

La Toscana, ricorda ancora Bugli, promuove azioni per la  legalità, decide comunemente al Tavolo regionale della legalità assieme a tutte le associazioni e i soggetti interessati, promuovendo azioni nelle scuole, sostenendo la presenza dei ragazzi ai campi della legalità nei  territorio confiscati alle mafie, gestendo il Centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica. E si impegna per il recupero dei beni  confiscati alla mafia, ultima la tenuta di Suvignano. Inoltre pubblica da tre anni il rapporto sulla crimine organizzato con la collaborazione della Scuola Normale di Pisa.

"Le ricerche promosse dalla Regione in questi anni stanno dando un forte contributo a questo processo collettivo di riconoscimento – ha concluso Bugli – Nel prossimo rapporto, che sarà presentato in autunno, vi saranno degli approfondimenti proprio su alcuni temi sollevati in questa ultima relazione DIA: appalti e imprenditoria mafiosa, criminalità ambientale e mafia, approfondimenti su alcuni territori particolarmente vulnerabili".