Istituzioni
7 marzo 2011
15:17

Riforme, Nencini: 'Più unioni di Comuni, ma anche associazioni tra Province'

FIRENZE - Un riforma per essere più efficienti ed avere, con istituzioni più autorevoli, risposte e decisioni più efficaci. Una riforma che combatta "una lentezza (delle istituzioni) a volte soffocante" e dunque in grado di sostenere la crescita economica. Una riforma che semplifichi, che dica con certezza chi fa cosa evitando sovrapposizioni nelle funzioni, ma che salvaguardi anche i servizi essenziali, che protegga i territori più ai margini e che premi chi amministra meglio. Una riforma che punti allo sviluppo delle aree urbane, senza inutili spezzettamenti.

Di questo si è parlato stamani all'auditorium di Santa'Apollonia a Firenze, durante il convegno "Istituzioni per i cittadini. Il nuovo secolo in Toscana" organizzato dalla Regione.

Una ricetta in cinque punti

"Senza coesione territoriale ed autorevolezza delle istituzioni - sottolinea l'assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali, on.Riccardo Nencini -, senza sobrietà, senza una riforma e senza cambiamento rischiamo di avere una Toscana più debole e con una più bassa qualità della vita, impreparata oggi ad affrontare gli anni della seconda globalizzazione e domani quelli del federalismo fiscale". Il pericolo è di scendere qualche gradino e di vivere peggio. "Rischiamo – annota Nencini – che vantaggi acquisiti nel tempo si tramutino in svantaggi". Ed eccola dunque la possibile riforma, in cinque punti: più unioni di Comuni, da incentivare, e non solo nei territori con meno di cinquemila abitanti che la finanziaria del governo già obbliga ad unirsi, associazioni e gestioni associate di funzioni anche per le Province, una per ciascuna delle tre aree vaste, per meglio coordinarsi e programmare insieme i servizi, valorizzare l'area metropolitana centrale, "perchè se ben funziona dal suo sviluppo trarrebbe vantaggio tutta la Toscana", quindi proteggere i piccoli Comuni con nuove forme di prossimità, nel segno del principio di sussidarietà richiamato dallo statuto toscano, ma anche scommettere su nuovi strumenti di partecipazione, per avvicinare i cittadini alle istituzioni e soprattutto i più giovani, a partire dai sedicenni. Una riforma "a costo zero". L'assessore la tratteggia dal palco, all'inizio della mattina, e poi la spiega con qualche maggior dettaglio ai giornalisti.

Superare il campanilismo

La Toscana più di altre regioni vanta una forte coesione, che diventa poi salda identità municipale. Un vantaggio che rischia di diventare un limite quando si deve discutere di riordino dell'assetto istituzionale. "Capisco la difficoltà a parlare di Provincia unica per Firenze, Prato e Pistoia – sottolinea Nencini – Capisco anche che probabilmente non sarà questione di questo tempo o di questa legislatura. Ma è un tema che non può essere eluso o cancellato". Primo passo: puntare ad unioni di Province. Quanto ai Comuni, sono 112 su 287 quelli con meno di cinquemila abitanti e dunque obbligati ad associarsi in unione per l'esercizio della funzioni fondamentali che hanno a che fare con territorio e ambiente, trasporti e viabilità, politiche sociali, pubblica istruzione, polizia municipale, amministrazione e controllo. "Ma se anche nella Toscana dei campanili in due realtà, come nel Casentino e all'isola d'Elba, ci sono comitati locali che chiedono addirittura un comune unico – chiosa Nencini - e questo tema diventa addirittura 'popolare', questo ci deve far riflettere".

Una riforma possibile

Un riforma osteggiata? L'assessore è ottimista. "I primi incontri politici con i gruppi consiliari della Regione, con sindaci e presidenti di Provincia stanno andando molto bene - risponde Nencini - . Sono ottimista e vedo una classe politica in Toscana molto attenta e non legata a rendite conservative di posizione''. La giunta è pronta a raccogliere ulteriori suggerimenti. Poi proporrà il proprio progetto al Consiglio regionale. In parte la riforma è già partita, almeno nello spirito: con la scelta di superare le tredici comunità montane che rimangono ribadita nell'ultima finanziaria regionale, con un Ato unico per la gestione di rifiuti e servizio idrico, con la cancellazione delle Apt per la promozione turistica. "La riforma deve però ora proseguire – ribadisce Nencini - perché, per essere efficace ed efficiente, deve essere uniforme ed estesa a tutta la regione".

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