Ambiente
Territorio e Paesaggio
3 febbraio 2012
14:10

Rischio idraulico, Bramerini e Marson: 'Dalla sicurezza uno sviluppo più solido'

FIRENZE – "Certo che la Maremma e la Lunigiana sono territori diversi. Certo che gli interventi urbanistici, se vogliono essere davvero efficaci, devono essere studiati in base alle caratteristiche specifiche dei territori, che nel caso di Grosseto vedono in primo piano l'attività agricola. Siamo convinte che più sicurezza, che è uno degli obiettivi delle nuove norme, garantirà anche uno sviluppo equilibrato e duraturo all'economia locale, di cui proprio l'agricultura, appunto, potrà soprattutto bneficiare. Per questo l'applicazione della norma sugli interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata, approvata con la legge finanziaria 2012, sarà accompagnata da un lavoro di ricognizione del quadro conoscitivo delle aree interessate per calibrarne la corretta applicazione". E' quanto affermano Anna Rita Bramerini e Anna Marson commentando alcune prese di posizione emerse a Grosseto da parte di ordini professionali e amministratori locali.

Sul tema gli assessori all'ambiente e all'urbanistica, Anna Rita Bramerini e Anna Marson, hanno inviato una lettera al sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, e al presidente della Provincia, Leonardo Marras.

"Sembra utile specificare - scrivono i due assessori - che la Giunta della Regione Toscana fin dalla stessa approvazione della norma ha avviato una ricognizione del quadro conoscitivo nelle aree soggette a pericolosità idraulica molto elevata. Proprio il Consiglio Regionale parallelamente alla Finanziaria 2012 ha, del resto, approvato una mozione che concede alla Giunta, ed in particolare agli assessorati all'ambiente e al governo del territorio, sei mesi di tempo per calibrare la norma. Lo scopo è proprio quello di valutare gli effetti di ricaduta della legge nei diversi contesti territoriali. Laddove si dovessero riconoscere effettive penalizzazioni di alcune particolari realtà territoriali risulta evidente che la Regione si attiverà verificando nel più breve tempo possibile le diverse possibilità di più puntuale individuazione delle pericolosità e di riduzione delle stesse, oltre che di riduzione del rischio".

"E' importante sottolineare – prosegue la lettera - che la norma nasce all'indomani dell'evento della Lunigiana, dove a un anno di distanza dall'evento di Massa, e a due anni da quello del Serchio, si è avuto modo, per l'ennesima volta, di verificare che il fattore principale di prevenzione dalle alluvioni e dagli effetti connessi è quello di non costruire nelle zone a rischio idraulico. Questo anche perché, come insegnano ormai la storia e la recente triste attualità, i corsi d'acqua durante una piena tendono a riprendersi quelle aree che gli sono state sottratte dall'attività e dagli insediamenti umani. E' altresì importante interpretare correttamente, nei diversi momenti gestionali, quanto previsto dall'art. 142, perché non tutti gli interventi urbanistici sono comparabili e non tutte le aree interessate hanno identiche caratteristiche e medesime cause di pericolosità idraulica".

"E' sicuramente vero – si legge ancora - che ci sono ambiti che necessitano di un approfondimento specifico, come nel caso di Grosseto dove si prevede la costituzione di un tavolo tecnico appositamente composto per l'analisi puntuale delle singole criticità in fase di convocazione. In questa fase di approfondimento e di contestualizzazione della normativa – conclude la lettera - si cercherà pertanto di rispondere nel migliore dei modi alle esigenze che si presentano, provando, dove è effettivamente possibile, a coniugare le esigenze dello sviluppo locale con quelle che la natura e la necessità della messa in sicurezza idraulica impongono".