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26 maggio 2011
17:09

Rossi per il 18mo dei Georgofili: un Osservatorio sull'alta criminalità

FIRENZE - "Quando un politico viene chiamato in un'aula di Tribunale, anche solo per una testimonianza, deve correre subito e mettersi a disposizione della Magistratura. E' così che i cittadini imparano il rispetto della Magistratura: da una classe politica chiamata a dare il buon esempio".  Così Enrico Rossi, presidente di Regione Toscana, rispondendo alla domanda formulata da uno studente di una scuola media superiore fiorentina nel corso di un convegno ("Giustizia, accertamento della verità sulla strage di via dei Georgofili") organizzato dalla "associazione tra i familiari delle vittime" nel 18mo anniversario da quella strage in cui morirono 5 persone e vennero contate decine di feriti, con danni ingenti al patrimonio del capoluogo toscano.

Enrico Rossi ha poi sottolineato di ritenere opportuna la istituzione, in Toscana, di un "Osservatorio istituzionale sull'alta criminalità" facendo presente come la regione non possa considerarsi "isola felice" essendo "pericolosa una presenza di criminalità organizzata che non fa violenze apparenti ma si infiltra nell'economia".

E' dunque necessario "monitorare il fenomeno" e "trovare le modalità per farlo diventare oggetto di dibattito pubblico nel massimo rispetto per il ruolo della Magistratura".

Per Enrico Rossi occorre anche riflettere su cosa possa avere significato ("in termini di lavaggio del denaro sporco") lo scudo fiscale ("E' stata una abnormità aver consentito di far rientrare dall'estero, con quelle modalità, ben 100 miliardi e adesso non sapere neppure dove sono finiti, se ad esempio sono ripartiti per l'estero").

Sulla strage di 18 anni fa, Rossi ha invitato a "continuare il ricordo in maniera attiva e consapevole perchè la memoria è la nostra arma migliore contro l'infamia e la criminalità mafiosa che nell'estate del 1993 cercò di piegare lo Stato con la violenza puntando a bloccare i cambiamenti in atto nella società italiana".

Per il presidente di Regione Toscana "sarebbe un grave errore se la politica e le istituzioni non sostenessero la Magistratura e delegittimassero chi sta in prima fila a combattere contro la criminalità organizzata".

Nel corso del convegno, cui sono intervenuti il Procuratore Capo della Procura di Firenze Giuseppe Quattrocchi con i sostituti Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini, la presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime, Giovanna Maggiani Chelli, ha dato lettura - fra gli applausi dei tanti studenti presenti - di un particolare documento ("Il papello delle vittime", lo ha definito) con dieci richieste alla politica e alla magistratura. Fra le richieste: l'arresto di Matteo Messina Denaro ("un terrorista libero"), l'erogazione di una pensione alle vittime delle stragi, il massimo impegno nell'accertamento della verità, l'obbligo di far dimettere i parlamentari "in odore di mafia".

Su questo intervento ha preso la parola il procuratore Quattrocchi. Dopo aver notato come "la Toscana è terra in cui l'attività mafiosa riesce a infiltrarsi" ed aver richiamato al dovere civico della partecipazione ("anche nella costruzione delle informazioni che servono a svelare il fenomeno"), Quattrocchi ha assicurato che la Procura fiorentina "è impegnata e non intende fermarsi" nella ricerca della verità ("Lo dobbiamo ai morti, ma lo dobbiamo anche ai giovani qui presenti").

Il convegno è proseguito con un botta/risposta fra studenti e relatori (oltre ai magistrati era presente anche l'avvocato Danilo Ammannato e oltre a Rossi le istituzioni pubbliche erano rappresentate anche dall'assessore comunale Rosa Maria Giorgi e da quello provinciale Marco Gamannossi).

Invito finale della presidente Chelli a spostarsi in piazza della Signoria per una messa in scena di "Traviata", il capolavoro di Giuseppe Verdi ("La dimostrazione che il riscatto è sempre possibile: basta liberarsi dalla mafia").