Economia
Infrastrutture e mobilità
Lavoro
11 febbraio 2011
13:36

Rossi: 'Se la classe dirigente accetta unita la sfida, la Toscana può spiccare il volo'

FIRENZE - Per far ripartire la Toscana serve il lavoro delle istituzioni, quello che la Regione si è incaricata di portare avanti nel settore gli investimenti, dell'economia, delle infrastrutture. Ma serve soprattutto una classe dirigente unita e capace di accettare la sfida dell'innovazione, altrimenti "se non giochiamo insieme le eccellenze e le risorse di cui disponiamo, la forza dei localismi e dei campanilismi impedirà alla Toscana di spiccare il volo".

E' questo il filo conduttore dell'intervento con cui il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha concluso questa mattina al Palaffari di Firenze l'incontro promosso da Legacoop Toscana sul Piano regionale di sviluppo.

Razionalizzazione dei servizi

"Per la prina volta - ha detto il presidente - la finanziaria regionale si è conclusa con un verbale di concertazione che giudica aostanziamnete positivi gli impegni per la razionalizzazione della spesa. Penso soprattutto ai servizi, un settore che vale il 5% dell'occupazione e oltre il 4% del Pil, con ricadute pesanti sulle famiglie e sulle imprese. Siamo a una svolta nel settore dei rifiuti, del trasporto pubblico, attendiamo gli esiti del referendum sull'acqua. Nel 2012 avtremo questo settore profondamente riformato, con la dimensione giusta e competitiva dell'impresa anche a livello europeo. Sarebbe auspicabile che ciò accadesse anche per il gas, ma in questa materia non si sta procedendo come si dovrebbe. Certo la razionalizzazione comporta fatica, perdita di localismi e di superfetazioni burocratiche. E' un lavoro qui in Toscana caricato tutto sulle spelle delle istituzioni, il mondo economico non ha dato spinte in questa direzione."

Le "praterie" della logistica

"Il settore della logistica - ha proseguito Rossi - apre praterie sulle quali bisogna provare a correre. Il porto di Livorno può diventare tra i più importanti d'Europa, competere con Barcellona e Valencia e diventare una struttura al servizio del nord. Ma è necessaria una forte integrazione con le altre infrastrutture. Ho scoperto le potenzialità dei due grandi aeroporti toscani, Pisa e Peretola, se si fondono in un'unica società, in grado di trattare con i vettori internazionali. In questa logica anche il porto di Livorno può diventare attrattore di investimenti."

La banca di investimenti e PRS

"Abbiamo bisogno di ricreare un clima per cui - ha aggiunto Rossi - Regione, strutture finanziarie, mondo dell'impresa siano spinte ad accettare la sfida. In questo scenario penso alla Banca di investimenti a cui stiamo lavorando. Intanto il nostro Piano regionale di sviluppo non spalmerà le provvidenze, ma le concentrerà su obiettivi precisi, per non far risucchiare nei bilanci azinedali gli investimenti pubblici che dovrebbero produrre il cambiamento. La vanriante da inserire e la valutazione di merito del raggiungimento degli obiettivi e non solo la verifica che i soldi sono stati spesi."

Infrastrutture: no a una Toscana "minorata"

"Sulle infrastrutture - ha detto il presidente - dobbiamo rompere gli indugi. Sono contento che la Tirrenica si chiuda così, ma voglio impegni dal ministro Matteoli per chiudere il problema Maroccone-Livorno. E poi bisogna farci venire qualche idea. Per la Firenze Siena il pedaggio è intollerabile se la strada resta questa. Ma non riusciremo a sistemarla solo con i finanziamenti pubblici. La Fi-Pi-Li tra 10 anni dovrà sopportare il 40% di traffico in più. Facciamo bene a discutere con il ministro Matteoli il project financing, ovviamente tutelando i pendolari. Così forse la Toscana non sarà più "minorata" rispetto al nord. Chiediamo una forte accelerazione per la terza corsia autostradale. La Grosseto-Fano deve diventare una bandiera politica, istituzionale e sociale, perché il Centro Italia non esiste senza questa strada."

Energia: ricadute positive

"Bisogna avere maggiore attenzione alle politiche energetiche - ha concluso il presidente - Il mio impegno è che la geotermia abbia in Toscana positive ricadute di investimenti, abbiamo diritto di stipulare accordi in questo senso. Quanto alle altre "rinnovabili" certo non va bene mettere i pannelli fotovoltaici sulle colline, ci sono mille altre possibilità. Non dobbiamo derogare dalle leggi ambientali, dal dovere della tutela del paesaggio e della qualità della vita. Ma non si può leggere che un impianto di biomasse non parte perchè c'è un 'rifrullo' di anni di permessi e autorizzazioni e una impresa va a investire altrove. Questa Toscana è la ragione del nostro freno e noi vogliamo riprendere a correre".