Diritti
4 aprile 2011
8:00

Rossi su 'La Stampa': 'Sull'accoglienza dei profughi hanno vinto solidarietà e ragionevolezza'

FIRENZE - «Ha vinto la ragionevolezza, l'efficacia e la velocità della risposta. Ha vinto la solidarietà e la forza del volontariato». Inizia così l'intervista pubblicata oggi dal quotidiano 'La Stampa' nelle pagine dedicate all'emergenza immigrati. Pubblichiamo di seguito l'intero articolo firmato dal giornalista Gianni Silvestri.

"Così ho convinto Maroni a bocciare la tendopoli"

Il governatore toscano: "Da oggi l'accoglienza diffusa"

GIANNI SILVESTRI

Presidente Enrico Rossi, alla fine ha vinto il modello toscano sull'accoglienza dei profughi...

«Ha vinto la ragionevolezza, l'efficacia e la velocità della risposta. Ha vinto la solidarietà e la forza del volontariato. E sono orgoglioso che tutto questo sia etichettato come modello toscano».

È stata una settimana rovente, lei è salito spesso sulle barricate. Come ha fatto un governatore di una regione rossa a far cambiare idea a un ministro leghista?

«Mi consenta un flash-back. Questa storia era cominciata con un blitz, con l'idea di allestire una tendopoli, che sarebbe somigliata molto a un campo di concentramento, nell'area di Coltano a Pisa. Il ministro Maroni voleva fare una seconda Manduria in una zona che nel '45 aveva ospitato i soldati della Repubblica Sociale e cittadini comuni, tra cui Ezra Pound, Enrico Maria Salerno e Walter Chiari. All'inizio avrebbe dovuto accogliere mille profughi, poi 500. È evidente che una decisione del genere crea uno stato di paura e insicurezza, con la conseguenza di tensioni nei territori interessati».

La reazione è stata immediata. È servito vedere cittadini e amministratori presidiare con le ruspe l'area di Coltano?

«È servito aver chiesto una moratoria di 24 ore al ministro, per avere il tempo di offrire un'alternativa di accoglienza. E prima dello scadere abbiamo detto al governo che era possibile in Toscana un'ipotesi diversa, distribuendo nel territorio regionale quelle 500 persone che eravamo chiamati ad accogliere».

I primi 300 non sarebbero dovuti sbarcare a Livorno ieri?

«Forse arriveranno oggi, forse domani. C'è una situazione confusa che non aiuta affatto a gestire il problema. Così si crea uno stato d'attesa, di indeterminatezza e la macchina organizzativa che abbiamo messo in piedi incontra ostacoli».

Avete scelto 12 siti per i primi 300 profughi, si va da Firenze a Massa Marittima, da Livorno a piccole frazioni in provincia di Arezzo e di Siena. Poi ne arriveranno altri 100, attesi a Calambrone, nella costa pisana. Ha avuto la disponibilità dei sindaci?

«Oltre ai sindaci, anche se qualcuno ha i suoi problemi, la grande risorsa della Toscana è il volontariato. Che si mette in moto da solo, senza bisogno di imposizioni o di ultimatum. L'ideologia leghista è rigida, alla prova di governo non riesce a gestire l'emergenza. E poi guardiamo i numeri».

Che cos'hanno i numeri?

«Non dovrebbe essere un problema, per un Paese che ha 60 milioni di abitanti e 9 mila Comuni, accogliere 20 mila persone. Da qui la scelta di un'accoglienza distribuita, diffusa in tante aree, dopo aver ottenuto il consenso dei sindaci».

Lei si era già opposto alla proposta di un Cie in Toscana, replicando con tante piccole strutture. Con i profughi ha concesso il bis?

«Il fenomeno dell'immigrazione e dei profughi va governato, non demonizzato. Nemmeno strumentalizzato, così togliamo equivoci dalla testa di qualcuno. Se si alza il livello di paura tra i cittadini, se si agita lo spettro di chissà quale invasione di massa, se si usano le parole come clave, ci si fa del male da soli e non si risolve nulla. Il governo si è incartato con le sue mani».

Non crede che il premier Berlusconi riuscirà a convincere la Tunisia a riprendersi i suoi profughi?

«Non mi pare una soluzione realistica, viste le reazioni di Tunisi. Berlusconi ha generato un'emergenza dalla quale non sembra capace di uscire ».

La sua soluzione qual è? C'è una seconda fase, dopo l'accoglienza temporanea nei siti toscani?

«Lavorare per applicare l'articolo 20 della legge sull'immigrazione. Che riconosce, in situazioni d'emergenza, permessi di soggiorno a tempo determinato. Un permesso che è lo strumento cruciale per consentire ai profughi di rimpatriare o di ricongiungersi con i familiari. La maggior parte dei tunisini ha intenzione di andare in Francia. Con i permessi temporanei, e la richiesta di reciprocità, potranno farlo».

Enrico Rossi

Il presidente della regione Toscana, 52 anni, è in carica dal 2010. Figlio di operai, ha cominciato a fare politica nel Partito comunista italiano

LA SOLUZIONE

«Ospiteremo i 500 immigrati un'emergenza destinati alla nostra regione dalla quale non sembra capace in tanti comuni diversi» di uscire»

LA PROPOSTA

«Permessi di soggiorno a tempo determinato come prevede la Bossi-Fini»