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Editoria
7 febbraio 2017
12:27

Rossi sul libro Democrazia possibile: "Innovare, non demolire le istituzioni"

FIRENZE - "Veniamo da anni in cui si prodotta una desertificazione della partecipazione. Le istituzioni devono essere cambiate innovandole, non demolendole, cos come vanno rivisti i sistemi di protezione sociale e si deve consentire ai cittadini di tornare ad essere protagonisti. Servono nuove ideologie da mettere in campo per corrispondere ai nuovi bisogni dei cittadini, mentre il distruggere le istituzioni intermedie il modo per aprire un'autostrada ai populismi di varia natura e colore". 

E' questo uno dei passaggi centrali dell'intervento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ieri sera nel corso della presentazione del volume "Una democrazia possibile" di Marco Almagisti, avvenuta nella Sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze, organizzata da Regione e Irpet e aperta con il ricordo di Giacomo Becattini, che dell'Istituto per la programmazione economica stato il fondatore.

Sul costruire invece di continuare a desertificare ha insistito Rossi, individuando soprattutto due temi sui quali richiesto un impegno del Governo.

"Il primo ha precisato il finanziamento effettivo della nuova e buona legge sulla povert . Ma 1,6 miliardi sono pochi per coprire i bisogni effettivi e cos c' il rischio che abbia addirittura un effetto negativo. Il secondo il varo di un piano per dare lavoro ai giovani. Il 40-50% di disoccupati sotto i 25 anni una quota inaccettabile. Servono ingressi selettivi e mirati nella Pubblica amministrazione e nella ricerca. Smettiamola di chiacchierare su quando si vota e facciamo queste due cose".

Il presidente Rossi ha osservato come il libro di Almagisti giustamente chiami in causa la politica e il suo ruolo, insieme alla sua scarsa capacit di innovare.

"Vedo ancora ha concluso Rossi un insopprimibile bisogno di socialit . L'ideologia solidale da noi in Toscana ha tenuto, e alle domande sociali di lavoro e lotta alla povert occorre rispondere. Le Regioni vanno profondamente riformate, ma non cancellate, perch la concentrazione del potere produce desertificazione della partecipazione. Non so se riusciremo a tornare ai livelli di impegno sociale cui eravamo abituati, ma so per certo che per raggiungerli, i partiti servono".