Diritti
Lavoro
7 gennaio 2011
17:08

Rossi sul Riformista: 'Scandaloso che i nostri applaudano Marchionne'

Pubblichiamo l'intervista della giornalista Sonia Oranges ad Enrico Rossi, uscita oggi sul Riformista con il titolo: Scandaloso che i nostri applaudano Marchionne. La vicenda Fiat? Un'altra occasione persa dal Paese . E prima ancora dal Pd. Almeno per il governatore toscano Enrico Rossi.

Perch dice che il caso Fiat un'occasione persa?

Perch la Fiat ha avviato a Pomigliano una strategia che punta a dividere i sindacati. Mi rendo conto che esiste un problema reale sui livelli di produttivit imposti dalla globalizzazione, come ho chiaro che la durezza della Fiom ha incentivato Sergio Marchionne su questa strada. Ma alla fine, se una migliore produttivit non si coniuga con la democrazia, l'unico risultato che i diritti regrediscono. Anche alla Volkswagen hanno chiuso un accordo che rilancia la produttivit , ma l i sacrifici sono stati distribuiti sui vari livelli, garantendo l'occupazione e investendo in innovazione. Alla Fiat, invece, tutto passato attraverso il ricatto e la divisione tra le parti, esaltata dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, mentre restano da chiarire i termini degli investimenti, dell'innovazione e delle garanzie occupazionali. E resta aperto un tema serio come quello della rappresentanza, su cui serve l'impegno di Governo e Parlamento.

Anche su questo si discute se legiferare o meno. Alla fine le parti dovranno vedersela da sole?

La politica scarica tutto sul lavoro. E in trasparenza si legge quest'idea vecchia che contrappone fabbrica a democrazia. Quando Stefano Fassina paragona le stock option di Marchionne agli stipendi degli operai, evidenzia proprio che in Italia stato assicurato un primato alla rendita rispetto al lavoro. Per questo il caso Mirafiori emerge a tinte cos fosche. Il centrosinistra non deve accettare un modello autoritario di relazioni industriali, sulla via di certo liberismo dannoso che si sposa molto meglio con Berlusconi. Invece ha accantonato l'argomento da quando Tony Blair ha espunto dalle nostre prerogative il mondo del lavoro. Al pari, il centrosinistra non pu ritirarsi sull'Aventino in cui si asserragliata la Fiom, finendo col danneggiare i lavoratori. Insomma, io non sono d'accordo con chi da sinistra plaude a un accordo che esclude il sindacato con il maggior numero di iscritti. Come trovo scandaloso che Marchionne si inalberi quando gli si chiede del piano industriale, e pericoloso che si annulli la dialettica tra le parti e con la politica. E in un Paese dove i temi dell'industria rimangono inespressi e dove il blocco sociale che sta dietro Berlusconi copre il ritorno di certo autoritarismo, il centrosinistra appare impreparato, incapace di concretizzare la riflessione congressuale, che pure c' stata, sul rapporto tra capitale e democrazia, che dovrebbe essere la sua ragione sociale.

In effetti, sul punto andate in ordine sparso.

Guardi, sono certo che la parole di Piero Fassino, che non condivido, partissero da una posizione produttivista, consapevoli di un inevitabile conflitto. Insomma, si posto il problema, facendo forse un passo di troppo per un politico quando ha invitato gli operai ad andare a votare. Capisco molto meno quelli che vogliono sfuggire il conflitto da cui, invece, bisogna necessariamente ripartire. Le posizioni terze sono sbagliate, smarriscono il senso primo dell'esistenza di un partito di centrosinistra.

Parla di Veltroni?

Veltroni riporta tutto a un problema di rappresentanza, ma il conflitto non si risolve attraverso qualche escamotage. Noi abbiamo un futuro solo se rappresentiamo quei lavoratori chiamati al referendum di Mirafiori. Non si tratta di fare gli operaisti, che problemi altrettanto seri li possiamo trovare tra le partite Iva e tra i piccoli imprenditori. Qui si tratta di non perdere la prospettiva: alle dinamiche di mercato si devono abbinare democrazia e diritti. In Toscana le imprese medio-grandi stanno delocalizzando tutto fuori, e il capitalismo finanziario che gioca in borsa produce fallimenti, buchi di bilancio e incertezza nell'occupazione. Su questo la sinistra deve avere una voce pi forte, senza appiattirsi su posizioni come quella di Marchionne.

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi la pensa diversamente.

Infatti non sono d'accordo con lui. Trovo pi interessante quello che dice Pippo Civati.

Ma allora perch continuate a discutere di primarie, invocando congressi?

Non abbiamo certo bisogno di un nuovo congresso che preluda a un nuovo inizio. Semmai dovremmo riorganizzare questo partito cos liquido da frammentarsi a ogni pi sospinto, che esprime posizioni cos differenti da non poter essere il riferimento di chi pure vorrebbe il cambiamento. E a discutere sono sempre gli stessi, oramai da 15 anni, garantendo l'eterno ritorno dell'uguale. Insopportabile per i cittadini.

Che propone?

Bisogna promuovere un nuovo gruppo dirigente intorno al segretario, una direzione pi snella che si riunisca ogni luned per trovare una sintesi tra le varie posizioni. Casomai tenendo conto delle parole di Romano Prodi a proposito del partito federale. Ed eviterei di continuare a parlare di primarie. Quelle vanno fatte quando si deve, ma non possono diventare il mito fondativo del Pd. Ne abbiamo altri certamente migliori. Che so? La storia dei grandi partiti popolari.

Intervista di Sonia Oranges dal Riformista del 7 gennaio 2011