Istituzioni
Salute
13 febbraio 2018
18:47

Sanità toscana con i conti in ordine, la Regione annuncia il ricorso sui vincoli di spesa

FIRENZE - Bilanci in ordine, nessun blocco del turn over, sì alla stabilizzazione dei precari. E il ricorso alla Corte Costituzionale per la legge nazionale che impone di riportare la spesa per il personale al livello del 2004 meno l'1,4%. Ma anche correttivi sulla spesa farmaceutica. Questo, in estrema sintesi, il contenuto del briefing con i giornalisti, convocato dal presidente della Regione per fare chiarezza rispetto all'allarme lanciato dai sindacati medici sui tagli in sanità.

Non c'è un problema di bilancio e non c'è un problema di assessore: il presidente  ha voluto chiarirlo subito, in apertura del briefing. I bilanci sono in pari, ha tranquillizzato, e l'assessore al diritto alla salute – che era seduta accanto a lui – fa il suo mestiere complicato e faticoso. I Lea (Livelli essenziali di assistenza) sono assicurati, continuiamo ad essere una Regione che cura bene, il Rapporto Agenas del Ministero ci dice che i nostri ospedali non sono perfetti, ma si collocano a un livello molto alto.

Detto questo, il problema, ha spiegato il governatore, è la legge nazionale del 2006, che stabilisce che fino al 2020 la spesa per il personale deve essere riportata al livello del 2004 meno l'1,4%. E le leggi vanno rispettate. Anche se poi ci sono state successive modifiche, come quella che consente una banda di oscillazione dello 0,1% sull'anno. La legge, tra l'altro, applica un trattamento diverso tra regione e regione, perché di fatto pesa di più sulle regioni, come la Toscana, che hanno più sanità pubblica. L'obiettivo va raggiunto nel 2020, con una graduale riduzione anno per anno. Da qui al 2020, la Toscana deve risparmiare 45 milioni. Se non riesce a raggiungerlo, rischia di essere penalizzata per 66 milioni per ogni annualità.

Il presidente ha riferito di essersi già consultato con l'avvocatura della Regione in merito alla possibilità di fare ricorso alla Corte Costituzionale per cambiare la legge nazionale.

Il trend di aumento della spesa per il personale, ha ricordato il presidente, parte dal 2013, ha un picco nel 2015, per ridursi nel 2016 e risalire di nuovo nel 2017. E dunque la Regione deve impegnarsi per farla scendere di nuovo. Ma proprio pochi giorni fa, il 5 febbraio, il presidente ha firmato un accordo con i sindacati, che sono ben consapevoli di questo vincolo. E con i sindacati la Regione andrà a discutere come applicare questa normativa, che comunque – va sottolineato - non comprende il turn over.
Sono stati 9206 i dipendenti cessati dal servizio, a vario titolo, dal 2013 al 2017: 1439 nel 2013, 1528 nel 2014, 2047 nel 2015, 2111 nel 2016 e 2081 nel 2017.

In tema di personale della sanità, l'assessore al diritto alla salute ha ricordato che pochi mesi fa è stato firmato tra Regione e sindacati un accordo per dare applicazione alla legge Madia, che prevede una più ampia applicazione delle stabilizzazioni dei precari. E che nell'ultima assegnazione alle aziende, la Regione ha accantonato 54 milioni per i rinnovi contrattuali.

Nel briefing, il presidente ha affrontato anche il tema degli investimenti in sanità, ricordando che la Regione ha scelto di supportare gli investimenti in sanità per il periodo 2010-2017, sottolineando che la Toscana è l'unica Regione che si è fatta carico, attingendo al suo bilancio e non al fondo sanitario regionale, degli investimenti in sanità. In questi anni, la Regione ha speso un miliardo e 958 milioni, al netto del Fondo sanitario nazionale: 876 milioni di investimenti, 418 per patrimonializzare le aziende, 664 per recupero ammortamenti.

Infine, la spesa farmaceutica, che è eccessiva rispetto alle altre Regioni. Il parametro nazionale fissa la spesa al 6,89% del fondo sanitario regionale che per la Toscana equivale a 330 milioni circa; nel 2017 la nostra Regione ha speso 490 milioni. Una tendenza che va corretta con una serie di interventi ai quali stiamo mettendo mano.

N.B. Dal 29 dicembre 2017 siamo entrati in regime di "par condicio", per le elezioni politiche che si svolgeranno il 4 marzo 2018. La legge (28/2000) prevede al riguardo che l'informazione e comunicazione della pubblica amministrazione venga svolta in forma impersonale.

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