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19 gennaio 2014
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Tra cyberstalking e strade intasate, per la formazione c'è la Scuola di Polizia Locale

"Cenni su tecniche di ammanettamento". Fra i tanti corsi formativi di una scuola davvero particolare ci stanno anche indicazioni su come mettere le manette ai polsi di una persona ma anche, è la lezione successiva, su come utilizzare lo spray al peperoncino contro le aggressioni di malintenzionati. Quello intitolato ai "Presìdi tattico difensivi" è uno dei tanti corsi di formazione proposti dalla Scuola Interregionale di Polizia Locale (SIPL) che ha sede in Modena ed è stata costituita dalle Regioni Toscana, Emilia-Romagna e Liguria sotto la forma giuridica della Fondazione di Partecipazione con l'obiettivo, si legge nello Statuto, di "rispondere più efficacemente alla domanda di regolazione della vita sociale e di sicurezza delle comunità locali". È operativa dal 2009.

>>> La Scuola Interregionale di Polizia Locale

Una scuola per tre Regioni

Non è certo l'unica Scuola di formazione pensata in Italia per agenti e dirigenti delle Polizie Locali: altre ne esistono. Certamente in Campania, Lombardia, Piemonte. Ma quella di Modena è l'unica di livello interregionale con una scelta - sottolinea la presidente Cristina Preti - di evidente interesse anche per quanto concerne le economie di scala, i risparmi economici, la razionalizzazione delle spese, un maggiore e migliore trampolino per la qualità degli interventi. Cristina Preti - dipendente della Regione Toscana nel settore sociale, pendolare con il treno ogni giorno da Empoli, grande passione per la musica lirica - è da sempre nel consiglio di amministrazione della Scuola e sta per terminare il suo mandato di presidente (prima di lei, per un triennio, la presidenza è stata affidata alla Regione Emilia e dopo sarà la Liguria a raccogliere il testimone). È giustamente molto orgogliosa, Cristina, anche della presenza femminile negli organi direttivi della Scuola: oltre a lei e alla direttrice, sono donne anche cinque componenti dello staff su sei.

 

Gli operatori delle polizie locali nelle tre Regioni che hanno istituito la Scuola sono circa 11mila, di cui 4mila nei Comuni toscani. È principalmente per loro che opera la Scuola proponendo corsi di formazione (nel 2013 sono stati 262) che si svolgono sia nella sede centrale - una palazzina in un tranquillo quartiere di Modena - sia in sedi decentrate e vicine alle realtà locali. Le attività formative sono per i neoassunti oltre, naturalmente, a quelle riferite all'aggiornamento continuo del personale in servizio.

Centinaia di corsi per accrescere la professionalità

La ricchezza delle materie insegnate in una scuola così particolare e tale da rinviare - ma solo in un troppo semplice e forse pure scontato richiamo nell'immaginario collettivo - a ben altre "scuole" di cinematografico impatto, è direttamente proporzionale alla vastità dei compiti oggi assegnati a quelli che ancora in molti ci ostiniamo a chiamare "vigili urbani". Qualche esempio pratico rende bene l'idea: a Borgo a Mozzano (Lucca) di recente un corso ha riguardato il fermo e il sequestro dei veicoli (fra le materie: "Guida in stato di ebbrezza o alterazione", "Nuove disposizioni in materia di riduzione del 30% delle sanzioni", "Guida e alterazione dei ciclomotori") mentre ha avuto forma di seminario, nella sede di Modena, una iniziativa sui delitti legati al cyberstalking (fra le materie: "Intrusioni informatiche, molestie a mezzo internet, abuso dei social network").

Nella sede del comando municipale di Genova, due mezze giornate hanno riguardato la "Comunicazione dell'evento luttuoso" - situazione, evidentemente spiacevole, in cui molto spesso i vigili locali sono costretti a trovarsi - con l'obiettivo  di realizzare anche una ipotesi di protocollo operativo a supporto degli agenti, in modo da fornire linee guida da utilizzare in questi casi.

A Sesto Fiorentino, per tre giorni, operatori delle polizie locali in un'area metropolitana così interessata alla presenza di immigrati cinesi si sono confrontati con "Competenze interculturali di lingua cinese". Una delle competenze riguardava, sempre con riferimento alle diversità culturali, la "Comunicazione non verbale": dalle espressioni del volto alla postura, dai movimenti del corpo alla distanza (o vicinanza) da tenere con persone arrivate da così lontano. E come non ricordare, se è consentito un altro rinvio alla leggerezza di una scena cinematografica cult, le buffe domande di Totò e Peppino appena sbarcati nella "misteriosa" (per loro) Milano?

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Tra lo stadio e la famiglia

Fra i corsi realizzati nell'ultimo semestre: uno, con l'aiuto di psicologi e avvocati, per contrastare la violenza in ambito familiare; uno sull'uso "legittimo" delle armi (comprese le "Tecniche operative nella gestione delle emergenze laddove si renda necessario l'uso legittimo delle armi o di altri mezzi di coazione fisica"). Ma anche una iniziativa - questa destinata a privati cittadini - per la formazione degli steward negli stadi: fra le materie "Conoscenza del mondo dei tifosi", "Elementi base della lingua inglese", "Cenni sulle tecniche di gestione delle masse". Non mancano attività formative svolte "all'estero", cioè in altre regioni d'Italia, con particolare riferimento alla Regione Abruzzo (fra i corsi svolti in trasferta, a Pescara, anche uno dedicato alle modalità per "Certificare la falsità di un documento"). La scuola di Modena produce anche manuali. Uno, ad esempio, sulla lotta all'evasione fiscale e un altro su un profilo particolarissimo: la "reputazione web" della polizia locale.

Questione di reputazione

Una reputazione - va riconosciuto con la massima onestà - che non è proprio ai massimi livelli: cliccando, in particolare sui social network, alcune parole-chiave, tra cui "Polizia Municipale", "Polizia Locale", "Vigile Urbano", "Polizia Urbana", emerge una immagine decisamente... sofferente nei rapporti fra cittadini e polizia locale (il termine "vigili urbani", ancora molto usato nella prassi, è ufficialmente decaduto nel 1986 quando entrò in vigore la legge nazionale quadro che riformò la polizia locale). Si sprecano sul web offese e parolacce, commenti ironici o di scherno, stereotipi e frasi fatte: carente, nei social e certo non solo in essi, la percezione di quanto importante sia, in realtà, il lavoro di questi dipendenti pubblici a servizio quotidiano dei cittadini su frontiere anche complesse. E il volume, curato da Samantha Gamberini e Francesco Pira ("La comunicazione esterna della Polizia locale"), intende proprio essere di aiuto per elaborare nuove strategie comunicative anche attraverso la capacità di usare al meglio, da parte delle pubbliche amministrazioni, i social network.

Il codice etico

La SIPL ha erogato oltre 30mila ore di formazione coinvolgendo oltre 20mila operatori di polizie locali e di altre realtà, pubbliche e private, sui territori. Sempre nell'ambito della sicurezza. Nata nell'ottobre 2008 dalla trasformazione di una iniziativa analoga ma solo di livello emiliano-romagnolo, la Scuola interregionale si ispira ai principi di servizio e di prossimità ai cittadini in linea con i principi del Codice europeo di etica per la polizia, adottato dal Consiglio d'Europa nel 2001.