18 gennaio 2016
9:14

Triangoli

Un numero e un triangolo al posto del nome. Un numero e un triangolo su una divisa zebrata a strisce bianche e blu.

Un triangolo colorato distingueva tra loro i diversi tipi di prigionieri. C'erano triangoli rossi, verdi, celesti, viola, rosa, neri, bruni, gialli e bianchi. Così riconoscevi subito un prigioniero politico da un criminale comune, un emigrante, un testimone di Geova, un omosessuale, un rom o sinti, un ostaggio o un presunto asociale, che poi per un nazista era tale anche solo un licenziato o un musicista di strada. Era un pericoloso asociale anche solo chi suonava o ascoltava i primi dischi di jazz, musica di neri e per Hitler e il nazismo musica dunque di 'sotto uomini'. Così tra i deportati, quelli destinati ai campi dove una qualche possibilità di 'recupero' ancora c'era, finito anche un gruppo di giovani swinger berlinesi. Perchè in un regime totalitario è pericoloso non solo chi quel regime apertamente combatte, ma anche chi non si uniforma alla sua visione del mondo.

Una riga dello stesso colore si aggiungeva sopra al triangolo, per i recidivi. Gli ebrei avevano due triangoli che si sovrapponevano, una capovolto rispetto all'altro a formare una stella di David a sei punte. Ad eccezione di tedeschi e austriaci, nel triangolo si trovava anche la sigla della nazionalità del prigioniero.