20 gennaio 2015
19:11

Vera Jarach: l'antifascismo, il patriottismo, i Giusti e l'immigrazione

CRACOVIA (PL) - "Nel 1938, avevo dieci anni ed finita la mia infanzia ha detto Vera per fortuna la mia mamma capì il pericolo e si impose a mio padre, patriota ed ex combattente della Grande guerra, ma anche antifascista che non credeva per alla persecuzione degli ebrei da parte del regime. Noi cos ci salvammo, mio nonno no".

 

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La famiglia lasciò Milano e part nel 1939 per l'Argentina. Il padre dalla poppa della nave che lasciava il porto di Genova gridava: "Viva l'Italia". 

 

"Oggi - ha proseguito Vera intervistata dal direttore di Rai3, davanti a lei gli oltre cinquecento ragazzi del Treno della memoria toscano - voglio lavorare per far conoscere le responsabilità del fascismo nelle deportazioni; dare riconoscimento ai Giusti, ai tanti italiani che hanno aiutato e salvato ebrei; e alle speranze di terre promesse, allora degli ebrei e oggi di tanti altri che hanno cercato e cercano salvezza su barche che sono carrette. Questo il contenuto della militanza per salvare e valorizzare i ponti della memoria, strade a due vie che riportano ai sintomi, a volte piccoli, a volte grandi che segnalano pericoli di ritorno a tragedie storiche".