Diritti
25 novembre 2016
15:11

Violenza su donne, numeri e leggi in Toscana

FIRENZE - La Toscana si dotata di una legge sulla violenza di genere gi nel 2007, quando ancora di femminicidio si parlava molto poco, nonostante da anni ormai sui territori operassero servizi e centri antiviolenza. Una legge che ha consentito lo svilupparsi di esperienze assolutamente positive come il Codice Rosa, che ormai ha assunto una rilevanza nazionale, ed ha portato ad una sempre maggiore integrazione, anche in termini di linguaggi e procedure tra tutti gli attori coinvolti, pubblici e del privato sociale. Le reti territoriali sono infatti la chiave per il successo di qualsivoglia politica di prevenzione e contrasto alla violenza di genere: una vittima va ascoltata, accolta, va valutato il rischio cui esposta, e se del caso occorre attivare meccanismi di protezione e sostegno, sia esso di tipo abitativo, di reinserimento lavorativo, di recupero dell'autonomia e dell'autostima.

Tramite le reti si potuto veicolare e mettere a frutto le risorse per il contrasto alla violenza sulle donne erogate per la prima volta, nel 2014, dallo Stato, in attuazione della legge 119/2013 sul femminicidio. "Oggi l'augurio ha aggiunto la vicepresidente Barni che possano al pi presto arrivare le risorse relative al biennio 2015/2016, nonch i fondi previsti dal Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, poich ogni politica non pu dirsi tale se non pu contare su risorse stabili e adeguate"
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Nelle more dell'intervento statale, la Toscana ha inteso dimostrare ancora una volta il proprio impegno, rimarcando la centralit e trasversalit del tema (andando a costituire una cabina di regia regionale cui partecipano molti degli attori coinvolti, ciascuno con le proprie competenze, a partire dalle assessore Saccardi, Grieco e Barni) e soprattutto stanziando risorse proprie: 450.000 euro per l'anno 2016 e 400.000 per il 2017.

Buona parte delle risorse 2016 andranno a contribuire alle spese sostenute dai centri antiviolenza, cui ogni anno si rivolgono oltre 2500 donne. Numeri elevatissimi, certo, sebbene probabilmente il fenomeno sia ancora sommerso: la violenza di genere non solo quella che sfocia nell'uccisione della donna, ma anche quella pi frequente che si limita a maltrattamenti ed abusi, sia fisici che psicologici, e che per lo pi si consuma in famiglia o comunque all'interno della cerchia degli affetti e delle conoscenze, con tutto quel che ne consegue in termini di pudore e ritegno,o addirittura timore, per s e per il futuro dei propri figli nel denunciare. Per questo partir una campagna di informazione sulla creazione del numero verde nazionale 1522, cui potersi rivolgere per essere indirizzati in primis ai centri antiviolenza attivi nei territori.

Dal 2009 alla prima met del 2015 il numero totale di donne accolte dai Centri antiviolenza toscani stato pari a oltre 13mila.  Ce lo dice un rapporto regionale in materia che verr presentato tra pochi giorni; e da cui si pu anticipare che negli ultimi tre anni la media di nuove utenti che si sono rivolte ai Centri per una richiesta di aiuto stata di circa 2.500 donne, di ogni classe di et , estrazione sociale e livello culturale di cui due terzi italiane, per uscire soprattutto da situazioni di maltrattamento domestico. In otto anni sono state registrate 81 vittime per femminicidio; in oltre il sessanta per cento dei casi l'aggressore stato il partner, quasi sempre davanti ai figli.