
SANT'ANNA DI STAZZEMA (LU) Anche stamani ad accogliere chi arrivava a Sant'Anna c'era lui, Enrico Pieri, sopravvissuto a dieci anni alla strage e presidente dell'associazione Martiti di Sant'Anna.
Da primavera fino all'estate non manca un giorno: il suo impegno quotidiano, con diecimila studenti che giungono ogni anno e un campo in estate dove ragazzi italiani e tedeschi ricordano e si parlano. Enrico l tutte le mattine per far capire anzitutto, per infondere consapevolezza di ci che stato (senza rancore oramai) e tessere fili di dialogo. Fu sempre lui, nel 2013, ad invitare ed accogliere il presidente della Germania Joachin Gauck. Oggi ci sono invece gli ambasciatori del G7 riuniti a Lucca Giappone, Regno Unito, Canada, Germania , il console onorario francese e il sottosegretario americano Tillerson, guidati dal ministro Alfano e dall''alta rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione europea Federica Mogherini. Ci sono anche la Regione Toscana, sette sindaci e il presidente della Provincia.
"Lavoriamo per la memoria, per noi importante che vengano qui" racconta Pieri. L'agenda del G7 a Lucca era stretta, ma alla fine sono venuti. "Se abbiamo avuto in Europa settanta anni di pace e benessere lo dobbiamo anche a chi ha dato la vita, senza colpe" aggiunge. "Peccato mastica amaro che anzich svuotare gli arsenali nel mondo si continui a riempirli e ancora si bombardi". "Invece vanno svuotati gli arsenali" dice. Lo ha ripetuto ad Alfano, alla Mogherini che lo ha invitato a Bruxelles per testimoniare la storia di Sant'Anna, al sottosegretario americano e a tutte le autorit .
Settantatr anni fa l'orrore, oggi un luogo che parla di pace
Bugli: "Non dimentichiamo quando l'Europa non era coesa"
La storia di Enrico insegna. "Per moltissimi anni non mi sono avvicinato alla Germania: provavo rancore e anche odio per chi mi aveva rubato l'esistenza racconta Non volevo neppure parlare di quei giorni. Poi mi resi conto dell'importanza della memoria e che i ragazzi hanno bisogno di sentire queste storie, per conoscere e non ripetere quegli sbagli"."Mi ero ripromesso che non sarei mai andato in Germania prosegue - e invece nel 2009 accettai l'invito di un'associazione di Colonia che voleva che parlassi di pace. Fu allora che sentii il dovere di superare una volta per tutte l'odio che avevo covato dentro". Nel segno del dialogo e della memoria.