Editoria
Tutta la Toscana
20 settembre 2023
11:15

Giani: “Elettrice Palatina prima artefice dell’integrità del patrimonio artistico toscano”

Giani: “Elettrice Palatina prima artefice dell’integrità del patrimonio artistico toscano”

Parole e descrizioni che usano il tono della confidenza, date e riferimenti precisi, citazioni, affari familiari e vicende pubbliche in un racconto di Firenze che usa tutti i possibili registri, dal resoconto politico alla poesia, alla musica fino alla vita di strada e di palazzo in una trama che si snoda dalla fondazione della città fino al Settecento e si prende la libertà narrativa di rendere Maria Luisa de’ Medici testimone privilegiata degli avvenimenti di solito lasciati al solo rigore della storiografia classica.

Tutto questo nelle pagine della “Storia di Firenze” edito da Mandragora, di Marialuisa Bianchi, laureata in storia medioevale, presentato nella Sala Pegaso di palazzo Sacrati Strozzi dall’autrice assieme a Eugenio Giani e Franco Franceschi, professore presso l’Università di Siena.

La scelta di Maria Luisa de’ Medici come protagonista in controluce di questa “storia fiorentina raccontata” rende giusto rilievo alla figura dell’”Elettrice palatina”, nel suo ruolo di moglie di Giovanni Carlo Guglielmo I, principe elettore del Palatinato, che gli conferiva il titolo di essere tra gli elettori del futuro re di Germania.

A lei Firenze e la Toscana devono la stesura del “Patto di famiglia”, siglato nel 1737, che vincolò al Granducato “...Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose […] a condizione espressa che di quello è per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri, e non ne sarà nulla trasportato e levato fuori dalla Capitale e dello Stato del Gran Ducato”.

“La Toscana – nelle parole di Giani – è l’unica regione italiana, a differenza di tutte le altre, ad aver in gran parte conservato intatta l’identità geografica dei suoi confini nel suo profilo granducale pre-unitario. La straordinaria lungimiranza e generosità di Maria Luisa de’ Medici sigilla pubblicamente con il suo Patto con Francesco Stefano di Lorena, che le succedeva come granduca, anche la vastità del patrimonio artistico toscano, vincolandolo al suo territorio e mettendolo, con modernissima preveggenza, a disposizione non solo dei cittadini ma anche dei visitatori “stranieri”. Un passaggio storico di rilevanza unica e che nella sua unicità, nel contesto italiano, invita tutti a conferire all’Elettrice palatina un ruolo privilegiato nella storia culturale e politica toscana”.

Nella “Storia di Firenze” è sempre il racconto immaginato nella voce di Maria Luisa e nei dialoghi con la sua domestica, la popolana Maria, a riflettere, nei capitoli del libro dedicati a Firenze antica, sui fatti del Quattrocento e del Rinascimento, fermandosi sugli accadimenti cittadini del passato e ragionandone come chi cerca di dare una dimensione personale ed affettiva al suo legame con una terra così lontana da Düsseldorf, eppure sua per nascita e dove aveva scelto e voluto tornare.

Le pagine di Marialuisa Bianchi tratteggiano con inventiva e sensibilità le sue parole, forse pronunciate nell’eco delle vaste stanze di Palazzo Pitti e nel suo ritiro di Villa La Quiete, da lei ristrutturata con l'assistenza degli architetti Giovanni Battista Foggini e Paolo Giovanozzi, oppure immaginate mentre discute con Giuliano da Sangallo del progetto della Villa di Poggio a Caiano, “Nella sua persona […] alta, con una carnagione chiara, occhi grandi ed espressivi, neri come i capelli, la bocca piccola, labbra piene e denti bianchi come avorio”, come la descrive Harold Acton nel suo libro “Gli Ultimi Medici”.

All’Elettrice palatina Firenze dedica il 18 febbraio, anniversario della sua morte, un Corteo Storico che sfila per le vie cittadine fino alle Cappelle Medicee in San Lorenzo, dove oggi riposa. Nelle pagine della “Storia di Firenze” l’opportunità di conoscere ed apprezzare la figura e l’inestimabile eredità pubblica di una donna illuminata.