Autonomia differenziata, Giani: “E’ una esasperazione del concetto di autonomia”

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16 ottobre 2024
19:54

Autonomia differenziata, Giani: “E’ una esasperazione del concetto di autonomia”

Il presidente alla presentazione del libro di Stefano Fassina: “Noi siamo favorevoli, invece, a un regionalismo equilibrato”

Autonomia differenziata, Giani: “E’ una esasperazione del concetto di autonomia”

“Una esasperazione del concetto di autonomia che porta ad un rischio di separazione”. Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani si è espresso sulla legge per l’autonomia differenziata intervenendo alla presentazione del saggio  di Stefano Fassina “Perché l’autonomia differenziata fa male anche al nord” avvenuta oggi pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati alla presenza, oltrechè dell’autore e del presidente, della sindaca di Firenze Sara Funaro, di Vannino Chiti, già presidente della Regione e ministro della Repubblica, e di Gianna Fracassi, segretaria Flc Cgil.

“Il libro di Fassina - ha detto Giani – evidenzia gli effetti negativi chel’autonomia differenziata crea non solo alle regioni del sud ma anche a quelle del nord: il separare, il rendere le regioni autarchiche crea un danno anche alle regioni più ricche”.  “Arrivare -ad attribuire 23 materie, cioè la quasi totalità delle materie relative ai servizi, alla gestione delle utilità pubbliche, alle Regioni è un’esasperazione del concetto di autonomia. Noi siamo favorevoli invece a un regionalismo equilibrato, a uno Stato che, come dice l’articolo 5 della Costituzione, vede la Repubblica una e indivisibile che valorizza le autonomie locali”.

Nel suo intervento introduttivo Fassina, economista, ex parlamentare, già viceministro dell’economia, ha esposto le tesi contenute nel suo libro: “L’autonomia differenziata in questa versione estrema – ha detto - fa male anche al centro e al nord non solo al sud. Le politiche economiche vengono frammentate in una fase storica in un cui c’è bisogno dello stato nazionale che si faccia carico delle misure più rilevanti, dalla politiche industriali alle politiche per l’energia alle  politiche per i trasporti. Il risultato è un indebolimento complessivo dell’Italia che colpisce le imprese, i cittadini, i lavoratori”.