
La storia
SCL Italia Spa è un'azienda chimica italiana che da due secoli sviluppa prodotti a base di boro con applicazioni nei settori nucleare (per assorbire i neutroni e spegnere, in caso di incidenti, la reazione a catena della fissione nucleare, come avvenuto a Fukushima), elettronico, chimico e farmaceutico.
L'azienda ha alle spalle una storia movimentata: nel 1993 è stata dismessa da Eni ed acquisita dal George Harris Chemical Group, nel 1998 è passata al gruppo minerario IMC Global, nel 2002 alla Tuscan Star del finanziere americano Todd Berman che poi l'ha definitivamente ceduta alla proprietà attuale nel 2010.
Oltre al boro (mercato in prospettiva minacciato dalla concentrazione dell'80% di riserve in Turchia), oggi SCL vende anche fertilizzanti speciali in oltre 50 paesi. SCL ha sede a Milano, stabilimenti produttivi a Larderello e nel Sud America, filiali negli USA, Cina, e Germania. SCL persegue da sempre una politica di qualità e rispetto ambientale con le certificazioni UNI EN ISO 9001:2000 e UNI ES ISO 14001:2004.
Un trend industriale in crescita
Siamo di fronte ad un esempio di impresa dinamica in Val di Cecina, visto che dal 2010 al 2015 il fatturato è aumentato da 16 a 39 milioni, i dipendenti da 33 a 76, con l'aggiunta di altre 125 unità nel mondo, prevalentemente nel Sud America in seguito all'acquisizione nel 2014 della Quimicos Essiod S.A. in Argentina e delle attività nelle filiali in USA, Cina, e Germania.
Nel 2012 SCLI aveva già acquisito la Joseph Storey & Co. in Gran Bretagna trasferendo a Larderello le produzioni di "additivi ritardanti di fiamma".
Oggi SCLI è il secondo produttore al mondo nelle sospensioni per fertilizzanti biologici con interessanti prospettive innovative (es. tannini, alghe).
SCLI intende potenziare i propri progetti di ricerca e sviluppo aumentando la gamma di bio- fertilizzanti in collaborazione con le Università di Pisa e Firenze.