Economia
Sociale
13 giugno 2014
11:41

Economia sociale, a Prato segnali di crescita

FIRENZE Un territorio dinamico, quello pratese, per quanto riguarda l'economia sociale. A certificarlo sono i risultati di una ricerca condotta per il Progetto Prato e presentati ieri nell'ambito dell'iniziativa Prato Social Economy che si tenuta al Teatro Magnolfi.

Sul territorio pratese l'economia sociale ha rappresentato uno dei settori che ha fatto registrare il maggiore dinamismo negli ultimi anni. Il Censimento Istat del 2011 evidenzia la presenza di 1.345 istituzioni no profit: cooperative sociali, associazioni, fondazioni, enti ecclesiastici e societ di mutuo soccorso. Dal punto di vista occupazionale, sono circa 4 mila gli occupati, tra addetti e lavoratori esterni, e pi di 22.500 volontari. Negli ultimi anni le imprese sociali hanno allargato il proprio orizzonte operativo in molti campi, sebbene i settori in cui presenza pi marcata restano quelli che da sempre rappresentano il nocciolo duro della cooperazione e dell'associazionismo: istruzione, sanit ed assistenza sociale, cultura e sport.

L'indagine, che analizza a fondo le caratteristiche dell'imprenditoria sociale in provincia di Prato, stata condotta dalla societ di ricerca ReteSviluppo in partenariato con Consorzio Pegaso, Baglioni & Poponcini, Confcooperative e Legacoop su un campione di circa 200 soggetti. Interessanti gli esiti sulla congiuntura e lo stato di salute del comparto. Si conferma anche per l'impresa sociale l'elemento caratteristico della struttura imprenditoriale italiana, riguardo alle dimensioni ridotte, anche se per Prato si rileva una maggiore incidenza di realt medio-grandi. Oltre la met del campione d'indagine rientra nella classe di addetti 1-5, percentuale che sale fino al 70% se si considerano le realt fino a 10 addetti. Buona per la presenza di realt pi grandi, con un numero di addetti superiore a 26: si tratta prevalentemente di cooperative sociali di tipo A, Fondazioni e imprese for profit impegnate nei settori del socio-sanitario, cultura e formazione, gestione di impianti sportivi. A fronte della difficile congiuntura in corso, questi soggetti si sono invece caratterizzati con numeri in crescita per ci che riguarda l'occupazione, con addirittura un +26% nel confronto inter periodale 2010-2013. Tale dato conferma del resto la migliore tenuta dell'impresa sociale e il proprio ruolo anti ciclico: in Italia nel periodo 2008-2012 il numero di occupati in queste imprese cresciuto al ritmo del 6% l'anno.

Tra i soggetti che hanno risposto, oltre 1/3 registra un giro d'affari inferiore ai 100 mila euro, mentre circa il 27% si pone in una classe di fatturato compresa tra i 100 mila ed i 500 mila euro. Parallelamente a quanto osservato per il numero di dipendenti, non mancano realt importanti dal punto di vista del fatturato: quasi 1/4 del campione registra un giro d'affari annuale superiore al milione di euro. I dati fanno emergere quindi una forte dicotomia tra due modelli di impresa sociale, con da un lato soggetti poco strutturati dal punto di vista occupazionale e con un limitato volume d'affari e dall'altro imprese forti' dal punto di vista delle risorse umane impegnate, con un fatturato importante frutto di un impegno in pi settori d'attivit , in prevalenza legati verosimilmente all'attivit di enti pubblici.

L'accesso al credito stato l'altro aspetto approfondito dall'indagine, tradizionalmente una criticit per l'impresa sociale, maggiormente propensa a ricorrere all'autofinanziamento, strumento sano ma che di fatto limita le possibilit di sviluppo delle attivit . Per l'impresa sociale pratese la situazione non sembra scostarsi molto dalla situazione nazionale, con un ricorso al credito a tasso di mercato o agevolato che riguarda soltanto il 22% del campione.