
I dazi statunitensi, il contesto internazionale e la fluttuazione accentuata del prezzo dell’oro, dovuto in buona parte a chi lo cerca come bene rifugio, creano incertezza nel mondo, con molti compratori che se ne stanno alla finestra e le imprese (aretine in questo caso) costrette a rallentare la produzione. Ma la Regione c’è ed è pronta a sostenere aziende e settore.
Se ne parla all’inaugurazione di Oro Arezzo, la mostra internazionale di gioielli che dal 10 al 13 maggio celebra in città la sua quarantaquattresima edizione. Incertezza e resilienza, necessità di fare squadra, ricerca come sempre di nuovi mercati ma anche comunicazione, formazione, spinta all’innovazione e agli investimenti in tecnologia – con uno specifico padiglione quest’anno dedicato all’interno della rassegna - e poi ancora sicurezza e legalità sono le parole chiave che si susseguono nell’evento nell’auditorium interno al Centro fiere e congressi che accompagna l’apertura della manifestzione, alla presenza del ministro dell’interno Matteo Piantedosi a rappresentare il governo.
Contingenza difficile e incerta, dunque. “Ma la Regione – testimonia il presidente delal Toscana Eugenio Giani dal palco e lo ribadisce poi alle telecamere dei giornalisti - non farà mancare il proprio sostegno a questo distretto”. “Lo faremo – spiega – con risorse e strumenti regionali e grazie anche alle risorse europee che abbiamo deciso di dedicarvi: interventi mirati ad aiutare il marketing e la dimensione fieristica, a sostenere l’innovazione e lo sviluppo, ma anche rivolti alla formazione del personale e delle persone, perché la risorsa umana è sempre la più importante in settori come questi. Lo faremo a sostegno del talento e del genio toscano e del suo sistema di piccole e medie imprese di cui sono orgoglioso”.
Quanto al distretto della manifattura orafa, Giani sottolinea come Arezzo sia leader di queste produzioni, “trainanti per l’export anche nazionale”, con creazioni di altissima qualità, forte dell’eccellenza di mille e duecento imprese (ed oltre ottomila lavoratori), il più grande in Italia, ma anche punto di riferimento nazionale e internazionale per la fiera dedicata a queste produzioni e che richiama oltre 400 compratori da più di sessanta nazioni del mondo. “Un mondo che si allarga e che grazie all’accessioristica parla ala sistem moda, un settore solido - commenta –, al di là di possibili andamenti ciclici”.
Una locomotiva, insomma. E Oro Arezzo si conferma come occasione di business e costruzione di reti, di esplorazione anche dei mercati in evoluzione (tra Europa ed estremo Oriente), oltre che vetrina per un viaggio nell’eccellenza toscana, manifatturiera ed artistica, perché un gioiello può essere capace di raccontare, come è stato sottolineato dal palco dell’evento inaugurale, anche una storia molto più ampia.